Celebrando la Santa Messa, in Cattedrale, animata dalle comunità di immigrati cattolici di Udine, mons. Mazzocato ha ricordato che la Forza dello Spirito Santo li ha sostenuti in tanti momenti difficili della loro vita. E proprio per questo essi possono “essere un esempio anche per noi” che, pur potendo vivere senza ostacoli la nostra fede cristiana, spesso però cediamo “al compromesso diventando cristiani tiepidi”. Questo pomeriggio la Festa dei migranti continua con il convegno con mons. Perego e il demografo Blangiardo.
Gli immigrati cattolici, che “in tanti momenti anche difficili” della loro esistenza sono stati sostenuti dalla Forza dello Spirito santo, possono essere “un esempio anche per noi che siamo nati e vissuti in questa terra e senza ostacoli abbiamo potuto ricevere e vivere la nostra fede cristiana” e nonostante questo “spesso abbiamo ceduto al compromesso diventando cristiani tiepidi”. L’ha detto l’Arcivescovo di Udine, mons. Andrea Bruno Mazzocato, celebrando questa mattina, in Cattedrale, la Santa Messa in occasione della Festa diocesana degli immigrati cattolici, nel giorno della festa dell’Ascensione. Una celebrazione che è stata animata dalle stesse comunità di immigrati cattolici presenti a Udine. A concelebrare, anche mons. Giancarlo Perego, da poco nominato da Papa Francesco vescovo di Ferrara Comacchio e già direttore generale della Fondazione Migrantes della Conferenza episcopale italiana. In apertura della S. Messa c’è stato il saluto di don Charles Maanu, direttore dell’Ufficio diocesano Migrantes.
Nell’omelia mons. Mazzocato, commentando il brano degli Atti degli Apostoli con il racconto dell’Ascensione, ha affermato che “mentre sale al cielo per prepararci un posto, Gesù rimane in mezzo a noi fino alla fine dei tempi. Ha voluto rimanere in mezzo a noi anche con il suo corpo e il suo sangue”. Tuttavia, ha proseguito l’Arcivescovo, “in un altro modo Gesù resta presente in mezzo a noi. Prima di salire al Padre, promette agli apostoli: “Riceverete la forza dello Spirito Santo che scenderà su di voi”.
La Forza dello Spirito Santo ha fatto miracoli negli apostoli, nei martiri “rimasti fedeli alla loro fede mentre venivano colpiti dalla cattiveria del diavolo e dei suoi alleati. Molti di voi – ha proseguito l’Arcivescovo rivolgendosi poi agli immigrati – vengono da paesi che anche pochi anni fa hanno conosciuto la persecuzione e, forse, avete anche conosciuto qualcuno di questi martiri. La Forza dello Spirito Santo ha sostenuto anche voi, care sorelle e fratelli immigrati, in tanto momenti anche difficili della vostra vita. Lo dico perché ho avuto occasione di ascoltare il racconto delle fatiche e insicurezze che avete dovuto affrontare. Vi ha dato la forza di non perdere la fede in Dio, anche quando si voleva negarla; e la speranza che la sua Provvidenza vi accompagnava anche quando dovevate lasciare i vostri paesi che conoscevate bene e le persone a cui eravate legati per andare, come Abramo e come i pellegrini, in terre sconosciute e tra persone estranee. La Forza dello Spirito Santo ha sostenuto le vostre famiglie perché la lontananza e altre prove della vita non rompessero questi rapporti così importanti”.
Secondo l’Arcivescovo, proprio per questa loro esperienza gli immigrati possono “essere un esempio anche per noi che siamo nati e vissuti in questa terra e senza ostacoli abbiamo potuto ricevere e vivere la nostra fede cristiana. Nonostante tutta questa libertà, spesso, abbiamo ceduto al compromesso diventando cristiani tiepidi nella fede e piuttosto egoisti nella nostra mentalità consumistica”.
“Questa bella festa delle comunità degli immigrati cattolici – ha concluso mons. Mazzocato – sia un momento di grazia che ci fa sentire fratelli perché uniti nella stessa fede e nella stessa Chiesa. Apra gli orecchi e i cuori in modo che ci ascoltiamo non superficialmente ma in profondità scoprendo le diverse esperienze che ognuno porta nella sua storia. Ci faccia scoprire, nella festa dell’Ascensione, che siamo una compagnia di pellegrini che, tenendosi per mano, vanno verso il posto che Gesù risorto ha preparato e che sarà, finalmente, la nostra vera terra promessa”.
Alla conclusione della celebrazione i partecipanti hanno raggiunto la Fondazione Renati per il pranzo condiviso. A seguire, alle 15, ci sarà un approfondimento sul tema «Uno sguardo attento al presente per intravedere il futuro dell’immigrazione», interverranno mons. Giancarlo Perego, da poco nominato da Papa Francesco vescovo di Ferrara Comacchio, già direttore generale della Fondazione Migrantes, e Gian Carlo Blangiardo, ordinario di Demografia all’Università Bicocca di Milano.
«L’appuntamento – sottolinea il direttore dell’Ufficio diocesano Migrantes, don Charles Maanu – vuol essere un’occasione preziosa di conoscenza, aperta a tutti, per abbattere i pregiudizi e vedere l’altro con occhi nuovi, per favorire l’integrazione e per sottolineare l’unità della Chiesa e la sua universalità. È anche un’opportunità per aprire gli occhi sul fenomeno dell’immigrazione e sulle sue prospettive future nel territorio friulano».
L’Arcivescovo alla Festa degli immigrati cattolici