«Uno degli obiettivi principali delle linee guida che sottendono alla variante del Piano di governo del territorio è ridurre il consumo di suolo, in linea con il decremento della popolazione residente in Friuli-Venezia Giulia. La Regione non intende puntare su continue espansioni urbanistiche, ma sul recupero e la rigenerazione delle aree già esistenti. Vogliamo ad esempio trasformare aree produttive dismesse e vecchi centri commerciali in nuove opportunità di sviluppo, riutilizzando al meglio ciò che già esiste». Lo ha dichiarato l’assessore regionale alle Infrastrutture, Cristina Amirante, intervenendo ieri a Udine al terzo incontro partecipato dedicato alla variante del Piano di governo del territorio (Pgt) e alla rigenerazione della strategia. Le linee guida del Pgt aggiornano e integrano il documento originario del 2013, adattandolo alle nuove emergenze emerse negli ultimi anni, come l’adattamento al cambiamento climatico e la necessità di un sistema energetico sostenibile.
«Le linee guida che stiamo andando a definire in questo percorso partecipato – ha detto Amirante – tracciano la strada verso la redazione della variante al Piano di governo del territorio, strumento strategico fondamentale per il futuro del Friuli-Venezia Giulia. Il Pgt è di fatto il piano regolatore della Regione, in cui si individuano le grandi strategie di competenza regionale, come quelle relative alle infrastrutture viarie e ferroviarie, ai consorzi di sviluppo industriale e alle grandi concentrazioni di destinazioni urbanistiche legate alla residenza, al commercio e alla produzione, che caratterizzano il nostro territorio».
Il nuovo Pgt raccoglierà i contributi di altri piani regionali per creare un documento unico, semplice e chiaro per tecnici, Comuni e operatori economici, così da facilitare la comprensione delle potenzialità di sviluppo delle diverse aree territoriali. “Uno degli obiettivi chiave che vogliamo raggiungere attraverso la variante – ha chiarito ancora l’assessore – è la riduzione del consumo di suolo; considerando il calo demografico della popolazione regionale, non è infatti necessario costruire nuove strutture come negli anni ’70. Piuttosto, dobbiamo concentrare gli sforzi sul recupero del patrimonio esistente, per creare un territorio sostenibile e in linea con le nuove esigenze della popolazione».