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MontagnaSanità

“Giù le mani dalla Chirurgia mammaria di Tolmezzo”

Mobilitazione in montagna contro il rischio di depauperamento dell’ospedale di Tolmezzo. Nonostante il percorso creato per rendere questo presidio uno dei punti certificati dal sistema Eusoma (European society of breast cancer specilists) per l’unità di Senologia, l’Azienda sanitaria del Friuli centrale ha deciso la chiusura della Chirurgia oncologica mammaria, quindi di un servizio a diretta gestione pubblica, peraltro in un territorio montano che già vive importanti criticità dal punto di vista dei servizi sanitari, come hanno sottolineato in queste settimane la Comunità di Montagna, il Comune di Tolmezzo (con una presa di posizione condivisa bipartisan), i consiglieri regionali Massimo Mentil e Manuela Celotti. Oltre a tante testimonianze, come quella dell’ex parlamentare Bubisutti, riportate dalla Vita Cattolica del 23 ottobre 2024 

«La comunità ecclesiale non può non far proprie le preoccupazioni della sua gente, delle donne in difficoltà in particolare – sottolinea, proprio dalle pagine di Vita Cattolica mons. Angelo Zanello, parroco di Tolmezzo –. Come hanno puntualmente spiegato i nostri amministratori, senza distinzione di appartenenza politica, si sta perpetrando un autentico disservizio nei confronti della popolazione più fragile. E quel che è più grave è il fatto che non ce se ne renda conto. Anzi, abbiamo provato ad interpellare i responsabili; non arrivano nemmeno le risposte».

Cristiana Gallizia è un medico, tra l’altro molto autorevole di Tolmezzo. È da anni impegnata politicamente e oggi consigliere comunale. In Consiglio comunale a Tolmezzo ha spiegato che per ragioni geografiche e legate all’inconsistenza di trasporti pubblici efficienti da e per San Daniele «la scelta di dirottare presso quello stabilimento ospedaliero le nostre pazienti risulta inopportuna». Ha aggiunto che i numeri non possono essere il criterio su cui basare decisioni così importanti per il territorio montano, «perché saremmo sempre perdenti». Da professionista ha sottolineato che l’équipe chirurgica di Tolmezzo ha un’alta e storica valenza professionale, anche se a capo della Soc Chirurgia del nosocomio sandanielese vi è parimenti un medico dall’alto profilo». Ma qual è il rischio più grave che una paziente dell’alta montagna potrebbe correre? «Secondo il documento aziendale il meeting multi disciplinare decide, sulla base dei criteri clinici e dei tempi d’attesa di ogni sede di presa in carico, dove allocare la paziente in lista d’attesa. Paradossalmente una paziente della Carnia potrebbe essere inserita in lista di attesa per intervento mammario a Palmanova». Quindi, stante la congestione ed i numeri rilevanti presso l’ospedale Santa Maria della Misericordia di Udine (376 nel 2022), non poteva essere presa in considerazione una diversa collocazione in lista d’attesa anche in direzione di San Daniele e Tolmezzo? Latisana, coi suoi 59 interventi nel 2022 viene orientata su Palmanova, che addirittura finora non era centro chirurgico senologico ed è in attesa di acquisire le necessarie dotazioni tecnologiche. A Tolmezzo è presente da circa 15 anni, e largamente sottoutilizzata, la struttura di accoglienza “Casamia”, dell’omonima organizzazione di volontariato, che offre ospitalità a pazienti e loro parenti. Perché non prendere in esame anche questa opportunità nell’operare una scelta, ci si chiede a Tolmezzo. «Sono osservazioni ed interrogativi che faccio propri e che rilancio», afferma mons. Zanello.

Francesco Dal Mas

L’articolo completo si può leggere sulla Vita Cattolica del 23 ottobre 2024

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