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Giubileo degli adolescenti, una Chiesa giovane e viva. Giornata finale a Roma

Don Daniele Morettin alla ripartenza da Roma

Il pullman alle sue spalle sta caricando i bagagli: domenica pomeriggio – con partenza poco dopo le 15 – si rientra verso il Friuli. Gli occhi di don Daniele Morettin, direttore dell’Ufficio diocesano di Pastorale giovanile, tradiscono la stanchezza per una lunga trasferta romana, stravolta alla vigilia dalla morte di Papa Francesco. Indosso la maglietta gialla d’ordinanza, “quella del Giubileo” che indossavano tutti i ragazzi. E che ha ricevuto anche l’arcivescovo mons. Riccardo Lamba. Al mattino di domenica 27 aprile i duecento giovanissimi pellegrini dell’Arcidiocesi di Udine hanno vissuto la celebrazione conclusiva della quattro-giorni romana: la Messa del loro Giubileo, quello dedicato agli adolescenti, presieduta dal cardinale Pietro Parolin e coincidente con il secondo dei novendiali per la morte di Papa Francesco.

Il gruppo dei giovanissimi dell’Arcidiocesi di Udine in via della Conciliazione

«Il bilancio di queste giornate è positivo: sono accadute cose belle e importanti» ha affermato. Il gruppo udinese ha vissuto la Messa conclusiva del Giubileo degli adolescenti da Via della Conciliazione. «La celebrazione è stata grande, abbiamo vissuto un momento importante. La Chiesa è viva e vitale!», ha ricordato don Morettin. «I ragazzi sono affaticati, ma anche entusiasti per aver vissuto un’esperienza così forte».

Il cardinale Pietro Parolin

Parolin: «Alimentate la vostra vita con Gesù»

Torniamo per un attimo in Piazza San Pietro. Guardando la distesa di vivaci giovanissimi – presenti in duecentomila, numero ben superiore alle aspettative della vigilia – il cardinale Parolin ha rivolto loro «Un saluto speciale, che rivolgo pure ai vescovi che vi hanno accompagnato, ai sacerdoti, ai catechisti, agli animatori dei vostri gruppi. Un saluto speciale col desiderio di farvi sentire l’abbraccio della Chiesa e l’affetto di Papa Francesco, che avrebbe desiderato incontrarvi, guardarvi negli occhi, passare in mezzo a voi per salutarvi». Applausi commossi hanno interrotto le parole di Parolin, un ricordo al Santo Padre salutato per l’ultima volta appena 24 ore prima.

La piazza traboccante di giovanissimi per il Giubileo degli adolescenti

Ricordando le “sfide” che i ragazzi sono chiamati a vivere – tra tutti, quelle legate alla tecnologia e all’intelligenza artificiale -, Parolin si è rivolto a tutti loro con parole di esortazione: «Non dimenticate mai di alimentare la vostra vita con la vera speranza che ha il volto di Gesù Cristo», ha detto. «Nulla sarà troppo grande o troppo impegnativo con Lui! Con Lui non sarete mai soli né abbandonati a voi stessi, nemmeno nei momenti più brutti! Egli viene ad incontrarvi là dove siete, per darvi il coraggio di vivere, di condividere le vostre esperienze, i vostri pensieri, i vostri doni, i vostri sogni, di vedere nel volto di chi è vicino o lontano un fratello e una sorella da amare, ai quali avete tanto da dare e tanto da ricevere, per aiutarvi ad essere generosi, fedeli e responsabili nella vita che vi attende, per farvi comprendere ciò che più vale nella vita: l’amore che tutto comprende e tutto spera».

«Scambiatevi un segno di pace» tra ragazzi del gruppo udinese

Le voci dei ragazzi: «Felici di esserci stati qui a Roma»

Alessio e Marianna, Parrocchia di Majano

Giubileo di grandi – di età – e di giovanissimi. Tra cui Alessio, majanese, presente in Via della Conciliazione. «La Messa del Giubileo a San Pietro è stata emozionante», ha annunciato Alessio. «Questi giorni sono stati belli, ogni tanto anche divertenti» afferma con la semplicità dell’età. «Mi hanno colpito le chiese e i monumenti di Roma. Anche stare in compagnia in questo gruppo così grande è stato bello». Della stessa Parrocchia fa parte Marianna. Per lei la Messa conclusiva è stata vissuta in Parrocchia, non a San Pietro. «Essere qui a Roma, in questi giorni, è stato bello. Non avevo mai visitato questa città e ho avuto l’occasione di vedere posti nuovi come per esempio il Colosseo».

Giosué, Parrocchia del Duomo di Udine

Giosué invece viene da Udine, per la precisione dalla centralissima Parrocchia della Cattedrale. «C’è stata tanta gente, adulti e giovani», spiega. «È stata un’esperienza unica: sono felice di averla vissuta» ricorda in conclusione.

Da Campoformido – ma a Roma – interviene un altro giovanissimo pellegrino, Alessandro. «Una bella conclusione dell’esperienza giubilare. Mi porto a casa tanta gioia per aver incontrato tanti altri giovani, anche nelle passeggiate in centro a Roma, e aver trascorso tanto tempo con i miei amici. Il Giubileo è un’esperienza diversa dalle solite».

Alessandro, Campoformido

La catechista: «Sensazioni positive e disagi: tutto è pellegrinaggio»

La catechista di Cassacco Jenny Fabro, invece, conclude un cerchio: ci aveva raccontato le attese della vigilia, ora traccia un bilancio, con occhi adulti, dell’esperienza giubilare. «Dopo alcuni giorni un po’ tristi, con il lutto per Papa Francesco. È stato bello vedere in giro per Roma ragazzi con le bandiere più diverse: questo ci fa capire come la Chiesa sia ampia e viva. Spesso ci lamentiamo che la Chiesa sia poco frequentata e invece…».

Jenny Fabro, catechista di Cassacco

Alla classica domanda “Cosa ti porti a casa?”, Fabro ricorda «La preparazione al passaggio della Porta Santa: abbiamo consegnato ai nostri ragazzi un pezzo di stoffa bianca su cui scrivere il nome di una persona che avrebbero idealmente portato con sé e un pezzo di carta su cui annotare invece un aspetto di sé su cui migliorare». E i ragazzi? «Sono emerse molte emozioni positive, oltre alla fatica del cammino e dei disagi. Ma anche questo fa parte del pellegrinaggio!».

Giovanni Lesa, Francesco Palermo, Federico Muzzolini

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