La Pro loco di Platischis ha avuto il privilegio di rendere omaggio, nei giorni scorsi, alla sua compaesana Albina Cramaro che ha festeggiato i suoi 100 anni ed è stata un riferimento per il paese.
Albina nata a Platischis di Taipana il 6 maggio 1924 in una famiglia contadina. Dopo aver perso il fratello precocemente a causa della polmonite a 10 anni si ritrova orfana prima di madre e poi di padre. Viene quindi presa in carico da una zia che le consente di frequentare la scuola fino a 12 anni. Per lei l’impegno scolastico diventa gravoso non per l’incapacità di studiare o di apprendere ma per il vissuto di impossibilità ad esprimersi di fronte alle persone, quello che oggigiorno chiameremo mutismo selettivo e che all’epoca non veniva conosciuto come patologia ansiosa ma come mancanza di volontà e pertanto punito. Esprime la volontà di farsi suora, trovando nella religione cristiana la forza di sopravvivere ma la sua vocazione non viene assecondata. A 13 anni si trasferisce a Roma dove lavora come bambinaia di un bambino a lei molto affezionato. Seguono degli anni in cui si alternano le occupazioni lavorative a cui si dedica: il lavoro nei campi e le pulizie in ospedale. A 18 anni incontra il suo futuro marito Agostino che sposa 2 anni dopo e che attenderà con preoccupazione durante gli anni della seconda guerra mondiale, facendo parte dell’esercito italiano ed essendo stato imprigionato in Inghilterra. A 23 anni concepisce la prima figlia, Anna Maria, a 25 il secondo Renato e a 30 anni partorisce il terzogenito Sergio che morirà dopo 3 mesi di broncopolmonite. In quel periodo si trasferisce con la famiglia a Latina (Roma) dove frequenta una scuola di taglio e cucito diventando sarta. 3 anni dopo si trasferiscono in Francia dove partorisce il suo ultimogenito Sergio. Da quel momento si dedica alla cura della famiglia e della casa, anche quando torna nella sua terra di origine dove vive il periodo del terribile terremoto del 1976. Negli anni ’90 rimane vedova e permane a Platischis fino ai suoi 80 anni.
Da molti anni risiede a Tavagnacco presso l’abitazione della figlia. Si descrive come forte, testarda, buona e precisa.
Anche i suoi famigliari sottolineano la sua forza forgiata dalla vita difficile vissuta e ritenuta da lei il segreto per arrivare a 100 anni, traguardo sperato ma mai realmente considerato possibile da raggiungere. “Non bisogna mai arrendersi nonostante tutto, affidarsi a Dio e in caso di necessità mangiarsi due cucchiai di zucchero” di cui è ghiotta per addolcire la giornata. Nella giornata odierna risulta radiosa, si commuove pensando all’affetto di chi le ha organizzato la festa per i suoi 100 anni svoltasi al ristorante Belvedere di Tricesimo e grata alle autorità che per l’occasione hanno presenziato: il sindaco di Tavagnacco Giovanni Cucci, il consigliere regionale Moreno Lirutti e l’arcivescovo di Udine Riccardo Lamba.