Storico. Un aggettivo tutt’altro che fuori luogo per un anno, il 2024, che ha visto numerosi eventi importanti nella comunità diocesana udinese. Motivi per cui assume ulteriore senso quel Te Deum laudamus che la Chiesa canta, con gratitudine, alla fine di ogni anno civile e di ogni esperienza forte, importante, decisiva.
Ripercorriamo dunque il 2024 dell’Arcidiocesi udinese con dodici immagini, una per mese.
Gennaio 2024. Cungjò, pre Duilio
Prima che con un Te Deum, il 2024 si è aperto con un requiem. Quello, inatteso, per mons. Duilio Corgnali, spirato il 21 gennaio all’età di 77 anni in seguito al repentino aggravarsi di una forma tumorale. Il vulcanico sacerdote, per 24 anni direttore del nostro settimanale e fondatore di Radio Spazio, ha lasciato un vuoto nel mondo della cultura friulana. Solo poche settimane prima mons. Corgnali aveva accolto nel duomo di Tarcento la visita pastorale dell’arcivescovo Andrea Bruno Mazzocato, che il 24 gennaio – nella memoria di San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti – celebrò le sue esequie.
Mons. Corgnali è stato il primo di una triste serie di 12 congedi di sacerdoti nel solo 2024, annus horribilis dell’ultimo decennio, secondo solo all’anno della pandemia: Silvio Prestento, Paolo De Re, Pasquale Pressacco, Maurizio Ridolfi, Rino Lavaroni, Carlo Costantini, Luigino Bernardis, Giuseppe Brollo, Adolfo Comello, Luciano Segatto, Renato Vezzio. A essi si aggiungono i religiosi Claudio Marano e Filippo “Giovanni” Floreanutti.
L’articolo de La Vita Cattolica
Febbraio 2024. L’annuncio del nuovo Arcivescovo
Il 23 febbraio è un venerdì. Quel giorno l’arcivescovo Andrea Bruno Mazzocato ha convocato i membri degli organismi diocesani a Udine, nella sala “Paolino d’Aquileia”, per «importanti comunicazioni». Già trapelate la sera precedente da ambienti romani, le comunicazioni riguardavano proprio l’accoglienza da parte di Papa Francesco della sua rinuncia al governo dell’Arcidiocesi di Udine e la contestuale nomina del suo successore, un poco conosciuto (per lo meno quassù in Friuli) Vescovo ausiliare della capitale: Riccardo Lamba. Visibilmente emozionato, mons. Mazzocato in quell’occasione espresse «affetto al Friuli, terra meravigliosa dalla storia straordinaria, e alla sua popolazione molto attiva e dinamica».
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Marzo 2024. «Mandi!»
«È prassi che una delegazione della Diocesi vada a conoscere il suo nuovo Vescovo», disse un giorno Andrea Bruno Mazzocato ad alcuni collaboratori. Detto fatto: il 7 marzo un gruppo di persone scese a Roma per conoscere il prossimo pastore della Chiesa udinese. Il quale, nel palazzo lateranense, accolse i friulani con il più friulano dei saluti: «Mandi!». Commentando la nomina “quassù” in Friuli, il vescovo Riccardo affermò che essa «È stata davvero inaspettata. Vengo a Udine molto volentieri. Di carattere sono molto curioso». Grande emozione e altrettanto grande curiosità accompagnarono quella visita, cordiale e semplice, primo assaggio di Friuli per il futuro Arcivescovo di Udine.
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Aprile 2024. «Gracie di cûr»
Non è avvezzo all’uso del friulano, mons. Andrea Bruno Mazzocato, nonostante si sia speso fino all’ultimo giorno del suo mandato per il riconoscimento del Messale in marilenghe. Ma il 14 aprile, giorno della Messa del suo saluto all’Arcidiocesi che ha guidato per quasi 15 anni, ha fatto un’eccezione. «Cjars fradis e sûrs – ha affermato concludendo l’omelia di quella commossa celebrazione –, gracie di cûr pai agns che la providence nus à regalât di vivi insieme e mandi a ducj, tal non dal Signôr». La mattina stessa mons. Andrea Bruno terminò la sua lunga Visita alle 54 Collaborazioni pastorali del territorio, sua importantissima eredità pastorale per la Chiesa udinese. «Non resterò a Udine – disse -, ma tornerò nella mia Diocesi di origine. Tuttavia, quando sarà il giorno, desidero riposare in questa Cattedrale».
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Maggio 2024. «Ma cui isal chel predi che al ven a fâ il Vescul a Udin?»
La più classica giornata primaverile, per una nuova Primavera anche nella Chiesa di Udine. Un abbraccio fraterno tra mons. Andrea Bruno e mons. Riccardo anticipa il passaggio di testimone alla guida della Chiesa udinese, formalizzato nel corso di una partecipatissima celebrazione in Cattedrale a Udine. Il 5 maggio mons. Lamba si presentò così alla Diocesi udinese, che accolse il suo nuovo pastore in piazza Libertà, a Udine, alla presenza di alcuni giovani. «Dalla nostra Parrocchia oggi non siamo in tanti…» affermò uno di loro al nuovo Arcivescovo. «Pazienza», gli rispose Lamba. «Avremo modo di ritrovarci tutti in paradiso!». Una risposta “alla San Filippo Neri”, romano de Roma, con una fede grande così. E un sorriso contagioso. «Ma cui isal chel predi che al ven a fâ il Vescul a Udin?». Nell’ilarità generale, mons. Riccardo ha saputo conquistare il popolo friulano con una battuta in marilenghe nel corso della sua prima omelia nella Cattedrale udinese. Quante mani ha stretto “don Riccardo” quel giorno? Prima di consegnare alla Chiesa udinese, in quattro lingue, il suo manifesto programmatico: «Assaporerò la stessa Gioia di cui parla Gesù nel Vangelo, se rimarremo nel Suo Amore… tutti insieme! Ducj insieme! Vsi skupaj! Wir alle gemeinsam!»
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Giugno 2024. Quel ballo di gioia di tre nuovi sacerdoti
Dominique Assosolm, Raymond, Bernard Emmanuel. Tre nomi africani a cui, dal 23 giugno, si premette la parola “don”. I primi sacerdoti ordinati dal vescovo Riccardo sono tre giovani studenti del seminario di Castellerio che giungono da lontano, come da lontano arriva lui, il pastore. La Chiesa universale porta frutti anche in Friuli. Uno di loro, don Dominique Assosolm, togolese, è sacerdote per l’Arcidiocesi di Udine. Don Raymond e don Bernard sono preti per la Chiesa di Obuasi, in Ghana. Gioia in Africa (dove i tre neo sacerdoti si sono recati in agosto per condividere la felicità con amici e parenti), gioia in Cattedrale a Udine. Con il curioso sipario del ballo dei tre sacerdoti durante un canto eseguito in lingua twi al termine della comunione. Sorrisi e ilarità anche da parte dell’arcivescovo emerito Andrea Bruno Mazzocato, presente alla celebrazione: un gradito ritorno per colui che aveva accolto e accompagnato i tre giovani nel loro cammino verso il sacerdozio.
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Luglio 2024. Papa Francesco: «Il nonno mi parlò di Trieste»
È stato senza dubbio l’evento ecclesiale più rilevante dell’anno in regione: domenica 7 luglio Papa Francesco si è recato in visita a Trieste per concludere la 50a Settimana sociale dei Cattolici, aperta pochi giorni prima dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Il Santo Padre, in sedia a rotelle, ha incontrato dapprima i circa mille delegati di tutta Italia, riuniti nel capoluogo giuliano per riflettere su «Il cuore della democrazia». E poi ha celebrato la Messa in Piazza Unità d’Italia. «La democrazia – ha ricordato il Papa – richiede sempre il passaggio dal parteggiare al partecipare, dal “fare il tifo” al dialogare. Come cattolici non possiamo accontentarci di una fede marginale, o privata. Ciò significa non tanto di essere ascoltati, ma soprattutto avere il coraggio di fare proposte di giustizia e di pace nel dibattito pubblico. Questo è l’amore politico, che non si accontenta di curare gli effetti ma cerca di affrontare le cause».
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Agosto 2024. Catechisti sulle orme di San Paolo
49 catechisti, con parenti al seguito, hanno partecipato ad agosto 2024 al pellegrinaggio in Grecia proposto dall’Ufficio catechistico diocesano. Assieme a don Marcin Gazzetta, direttore dell’Ufficio, e a don Stefano Romanello, guida del pellegrinaggio, hanno potuto mettere i loro passi sulle orme di Paolo, apostolo delle genti, confrontando le differenze e le similitudini tra l’evangelizzazione di allora e quella di oggi. Sfide e bellezze antiche e sempre nuove, per “svestire l’uomo vecchio e rivestire il nuovo”.
Settembre 2024. Su, a Madone di Mont
8 settembre. Chiesa diocesana in cammino, in salita, verso Castelmonte. È così dal 1976, anno del terribile terremoto. E lo è stato anche nel 2024, per un pellegrinaggio guidato per la prima volta da mons. Riccardo Lamba. Che per l’occasione ha percorso i quasi 8 chilometri di salita, da Carraria a Castelmonte, a piedi assieme al popolo friulano. Partito con la giacca, levata dopo pochi passi di quell’afoso (poi piovoso) pomeriggio cividalese, l’Arcivescovo ha scandito i passi fino su in santuario. «Chiediamo a Maria di essere collaboratori consapevoli della storia della salvezza operata da Dio e segno di speranza per l’umanità del nostro tempo, che se da una parte sembra aver smarrito il senso della propria esistenza».
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Ottobre 2024. Varchi di pace
È stato un mese tormentato, ottobre. Le vibrazioni di una contestata partita di calcio tra Italia e Istraele, disputata a Udine il 14 di quel mese, hanno accompagnato la nascita di un percorso di approfondimento della pace assieme a Rondine (esperienza di convivenza di esponenti di popoli in conflitto), il Comune di Udine, il tessuto scolastico e produttivo della regione. Ma è stato anche un mese di preghiera: il 7 ottobre, anniversario dell’attacco di Hamas a Israele, oltre 600 persone hanno gremito la Basilica della Beata Vergine delle Grazie, a Udine, per invocare il dono della pace con la preghiera del Rosario. «Non possiamo stancarci di sostenere la pace», affermò in quella circostanza l’Arcivescovo.
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Ottobre è stato anche un mese ricco di iniziative: il 19 mons. Riccardo Lamba ha ricevuto il pallio, simbolo della dignità metropolitana, dal nunzio apostolico Petar Rajič. L’11 del mese, invece, circa 250 giovanissimi hanno partecipato al primo appuntamento di pastorale digitale della Chiesa udinese. Nuove frontiere dell’annuncio cristiano.
Novembre 2024. Giovani passi di speranza
Erano circa 250 i giovani che il 24 novembre, a San Daniele, hanno camminato e riflettuto su come essere “segni di speranza” in questo tempo. Con loro anche l’Arcivescovo, negli inconsueti panni di pellegrino-fotografo. Il pomeriggio, promosso dalla Pastorale giovanile diocesana, ha costituito la versione locale della Giornata mondiale della Gioventù, vissuta lo stesso giorno in tutto il mondo. «Gesù aveva un asso nella manica – ha detto l’Arcivescovo ai giovani -: dimostrare che si è Re quando si dona tutto se stesso per amore. Ecco la vera regalità!»
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Dicembre 2024. «Giubileo, un salto di qualità»
Finalmente ci siamo. Dopo un anno dedicato alla preghiera – vissuto in Friuli tra non pochi cambiamenti, come testimoniato in questo lungo articolo – è giunto il tempo di aprire il Giubileo 2025. “Pellegrini di speranza” recita il tema dell’Anno Santo, inaugurato in Diocesi domenica 29 dicembre con una solenne celebrazione a Udine. Millecinquecento le fiaccole accese quel pomeriggio in Cattedrale. «In quest’anno giubilare – ha ricordato l’Arcivescovo – credo che, come Maria e Giuseppe, anche noi siamo a fare un salto di qualità per ricomprendere qual è il senso della nostra vita e della missione che il Signore vuole affidare a ciascuno di noi».
Un anno che guarda sia al passato da rimediare, sia al futuro che si schiude come una porta che lascia intravedere spiragli di gioia, fiducia. Speranza. Pellegrini nella vita e, in essa, nella fede. Pellegrini che sperano con certezza.
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Giovanni Lesa