Lo scienziato, del Centro di Fisica Teorica di Trieste sugli ultimi eventi nel Nordest
“Mi ha colpito l’evento avvenuto ieri nel Bellunese, molto simile alla tempesta Vaia: queste cose accadranno sempre di più, siamo in piena emergenza, bisogna affrontarla, adattandosi alle nuove situazioni e cercando di prevenire il superamento delle soglie di pericolo”. Lo ha detto oggi a Udine il fisico del clima Filippo Giorgi, responsabile del Dipartimento di Fisica della Terra del ICTP, Centro Internazionale di Fisica Teorica di Trieste, unico scienziato italiano dell’organo esecutivo dell’IPCC-Comitato Intergovernativo sui Cambiamenti Climatici, organizzazione vincitrice del Premio Nobel per la Pace 2007 insieme ad Al Gore. Giorgi è intervenuto alla conferenza sul tema “Api fiori clima: un equilibrio spezzato, un segnale d’allarme”, che ha dato inizio alla 3/a edizione di Vicino/lontano mont”, la rassegna culturale dedicata alla montagna organizzata dall’associazione, la quale cura il festival vicino/lontano con il premio Terzani. “Non possiamo invertire la rotta, tornando al clima dei nostri nonni – ha proseguito Giorgi -, ma possiamo arginare le conseguenze, restando al di sotto della soglia di pericolo individuata nell’accordo di Parigi del 2015, ma bisogna agire subito con la transizione ecologica, per la quale ci vorranno 20 anni”. Sul tema delle api, scelto da vicino/lontano mont per aprire la carrellata di eventi della rassegna in programma fino a settembre, Giorgi ha detto che “anche le api risentono dei fenomeni sempre più estremi a cui stiamo assistendo in questi giorni, e gli apicoltori ci dicono che queste sentinelle del clima non trovano cibo e che devono alimentarle con lo zucchero, ma non hanno potuto fare l’impollinazione e questo è un disastro per l’ecosistema”. All’incontro odierno la voce degli apicoltori, tra gli altri, è stata portata da Orietta Gressani del presidio Slow Food dei mieli di alta montagna alpina del Fvg. Da esperti ed apicoltori è stato lanciato un appello per salvare l’apicoltura, “con misure strutturali”, visto il crollo verticale della produzione di miele in Fvg negli ultimi cinque anni, con punte minime nel 2019 e nel 2023.