Fontanini ha voluto ricordare l’accoglienza di migliaia di terremotati nelle strutture turistiche di Lignano dopo la scossa del 15 settembre 1976
“Il Friûl al ringrazie e nol dismentee la solidarietât di Lignan”. È stato un sentito omaggio alla comunità della cittadina balneare che nel ’76 ospitò migliaia di sfollati, il consiglio provinciale straordinario che si è svolto oggi – giovedì 15 settembre – nella sede municipale di Lignano Sabbiadoro. Una seduta convocata dalla Provincia di Udine a 40 anni dalla seconda scossa che, nel ’76, sgretolò il Friuli già duramente colpito dal sisma di maggio e che spense la speranza di ripartire. Ma grazie a provvedimenti legislativi nazionali straordinari, alla delega a Regione e ai Sindaci di seguire la ricostruzione, a un forte e determinato movimento popolare, il Friuli è rinato. Oggi quella ripresa rappresenta un messaggio di speranza per le popolazioni dell’Italia centrale colpite dal sisma dello scorso 24 agosto. Alle vittime è stato dedicato il minuto di raccoglimento con il quale è iniziata la seduta odierna alla quale sono stati invitati gli ex amministratori provinciali dell’epoca che, a palazzo Belgrado, hanno seguito la realizzazione delle scuole e delle strade; ospite anche l’ex assessore regionale alla ricostruzione Roberto Dominici e l’allora ministro del lavoro Mario Toros artefice della legge speciale del ’77 che consentì anche la nascita dell’Università di Udine.
“Il modello Friuli si deve a galantuomini, amministratori saggi che hanno portato avanti con determinazione e impegno le richieste e le aspettative della popolazione. A loro e alla cittadina di Lignano per la grande prova di ospitalità e accoglienza dimostrata, va il nostro ringraziamento”, così il presidente della Provincia di Udine Pietro Fontanini che, al termine della seduta, in segno di riconoscimento, ha omaggiato gli amministratori provinciali, le città di Gemona e Lignano di un’aquila serigrafata, simbolo del Friuli e della Provincia. In apertura il presidente del Consiglio provinciale Fabrizio Pitton ha ricordato quante persone dei paesi sfollati giunsero a Lignano nell’autunno ’76. “793 di Artegna, 613 di Buja, 876 di Majano, 628 di Osoppo, 233 di Tarcento, 354 di Tolmezzo, 1385 di Trasaghis e altri ancora. I numeri sono importanti: dietro c’è la storia di una vita intera e di una riconoscenza che resiste nel tempo e che oggi scrive un altro pezzo con la presenza e il ringraziamento del sindaco di Gemona Paolo Urbani che rappresenta simbolicamente tutte le 4624 che dalla capitale del terremoto giunsero a Lignano”.
Anche il primo cittadino di Gemona, 40 anni fa, insieme alla sua famiglia era tra coloro che trascorsero l’inverno a Lignano. E’ partito dal racconto di quei momenti e dell’attesa per la consegna delle chiavi per l’alloggio il suo intervento oggi a Lignano, la località balneare che, per tanti gemonesi, è diventato una seconda casa. “In senso di riconoscimento – ha poi aggiunto Urbani – la comunità di Gemona intende omaggiare Lignano con il massimo riconoscimento della Gemonesità, il tallero che verrà consegnato domenica 25 settembre in occasione degli eventi con cui Lignano ricorderà il sisma”. Al sindaco Fanotto il ricordo dell’accoglienza, del ruolo dell’allora sindaco Emilio Zatti, degli operatori turistici che, pronti per chiudere le loro attività dopo la stagione estiva, riaprirono invece le porte con i dipendenti al loro fianco, e accolsero gli sfollati. “Lignano – ha ricordato Fanotto – per otto mesi si trasformò in una grande città di provincia, un insieme di microcosmi che iniziarono a convivere tra loro, a fondersi con Lignano salvaguardando i rapporti e le relazioni interne ai singoli gruppi”. Il senso di comunità che contraddistingue il nostro popolo e che è stato leva per la ricostruzione, è stato richiamato dalla presidente della Regione Friuli-Venezia Giuòia, Debora Serracchiani, quale elemento di quel “Modello Friuli” preso a riferimento. Presenti alla seduta straordinaria anche i ragazzi dell’Istituto per il turismo “Di Brazzà” di Lignano Sabbiadoro. “Istituto – ha ricordato Fontanini – costruito con i fondi della solidarietà raccolti dalle Province italiane. Lignano non era zona terremotata quindi non poteva ricevere i finanziamenti straordinari. Ma in senso di riconoscimento, fu realizzata questa scuola anche per ringraziare il comparto turistico che, nell’inverno 76-77, si distinse per accoglienza e ospitalità”. “Furlans che e judin altris fradis furlans” ha detto ancora Fontanini. Una grande solidarietà ricevuta che poi ha sempre avuto una manifestazione puntuale verso le popolazioni colpite da terremoti e calamità naturali. Significativo il recente impegno della Protezione Civile dei volontari ad Amatrice, un aiuto concreto cui si affiancano diverse iniziative di raccolta fondi per i terremotati. La Provincia di Udine ne ha promossa una insieme al Comune di Gemona. Non solo. Il presidente Pitton, al termine della seduta, ha anche annunciato che i consiglieri provinciali devolveranno il gettone di presenza della seduta odierna alle popolazioni del centro Italia colpite dal sisma.