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Cronaca

Il grazie dell’Arcivescovo ai sanitari per la loro dedizione durante la pandemia

La riflessione di mons. Mazzocato nella Santa Messa per la Giornata mondiale del malato

“Anche nei nostri ospedali e nelle altre strutture sanitarie abbiamo medici, infermieri e operatori sanitari in genere ai quali va un sentito sentimento di riconoscenza per la loro dedizione in mezzo a molte difficoltà create anche dalla pandemia. Oggi sono nella nostra preghiera perché abbiano la forza morale di continuare la loro missione tenendo sempre presente, come dice sempre il Papa, che “il malato è sempre più importante della sua malattia””.

L’ha detto l’arcivescovo di Udine, mons. Andrea Bruno Mazzocato, nell’omelia della Santa Messa in occasione della Giornata mondiale del malato, celebrata venerdì 11 febbraio nella chiesa della Beata Vergine delle Grazie, a Udine.

L’Arcivescovo ha fatto sue le parole di Papa Francesco indirizzate agli operatori sanitari: “L’invito di Gesù a essere misericordiosi come il Padre acquista un significato particolare per gli operatori sanitari. Cari operatori sanitari, il vostro servizio accanto ai malati, svolto con amore e competenza, trascende i limiti della professione per diventare una missione. Le vostre mani che toccano la carne sofferente di Cristo possono essere segno delle mani misericordiose del Padre. Siate consapevoli della grande dignità della vostra professione, come pure della responsabilità che essa comporta”.

Mons. Mazzocato ha ricordato poi “i tanti volontari che si dedicano ai fratelli e sorelle più deboli a causa della malattia, della vecchiaia o di disabilità. Una particolare attenzione desidero riservare ai volontari che offrono il loro generoso servizio in forma organizzata all’interno delle benemerite associazioni. Penso all’Unitalsi e alla sua grande opera di organizzazione e animazione dei pellegrinaggi, in particolare a Lourdes e a Loreto, con grande benefici spirituali per tanti cristiani sani e malati e per i fratelli e le sorelle dell’associazione stessa. Penso ai cavalieri e alle dame del Sovrano Ordine di Malta che hanno nel servizio ai poveri e ai malati uno dei principi ispiratori e a varie altre associazioni”.

“In questo tempo di pandemia – ha proseguito l’Arcivescovo – anche queste associazioni hanno vissuto e ancora vivono consistenti disagi che indeboliscono a volte anche i legami di appartenenza. Il mio invito è a rafforzare questi legami e a non perdersi d’animo per le difficoltà perché la loro opera di carità è quanto mai necessaria. Di incoraggiamento possono essere le parole di Papa Francesco: “Anche quando non è possibile guarire, sempre è possibile curare, sempre è possibile consolare, sempre è possibile far sentire una vicinanza che mostra interesse alla persona prima che alla sua patologia”. Una civiltà basata sull’amore e la solidarietà – ha concluso – parte dall’attenzione e dalla cura verso chi è più debole, come ci insegna la parabola del Buon Samaritano”.

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