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Il Natisone restituisce un corpo senza vita. L’Arcivescovo: «Consolazione per poter onorare la salma»

Nella mattinata di domenica 23 giugno è stato rinvenuto nel greto del Natisone un corpo senza vita. Si attendono le procedure di riconoscimento ufficiale del cadavere, ma presumibilmente si tratta del corpo di Cristian Molnar, il venticinquenne travolto dalla piena del fiume il 31 maggio scorso assieme a Patrizia Cormos, di 20 anni, e Bianca Doros, di 23. I corpi senza vita delle due ragazze erano stati individuati il 2 giugno, mentre di Cristian si erano perse le tracce.

Domenica mattina i sommozzatori – costantemente al lavoro dal momento del tragico fatto – hanno rinvenuto quello che con elevata probabilità è il corpo del giovane mancante. Complice la settimana con scarse precipitazioni, quindi il livello relativamente basso delle acque del fiume, il corpo è stato trovato in una pozza non lontana dai punti in cui erano state trovate le due ragazze, ossia alcune centinaia di metri dopo il ponte romano di Premariacco, in direzione verso sud.

Considerate la forza della corrente del fiume al momento della tragedia, la conformazione del territorio e la bassissima temperatura dell’acqua, è verosimile che il decesso dei tre giovani sia avvenuto pochi istanti dopo essere stati travolti dalla piena impetuosa del fiume.

L’Arcivescovo: «Dolore, ma consolazione di poter onorare il corpo»

Sul ritrovamento del corpo nel Natisone è intervenuto anche l’arcivescovo di Udine, mons. Riccardo Lamba. Secondo il presule, «Si ravviva il dolore per i giovani che hanno perso la vita in modo così drammatico. Ma c’è anche la consolazione di poter restituire il corpo alla famiglia e poterlo onorare con la preghiera». Pochi giorni fa mons. Lamba aveva presenziato al commiato per Bianca Doros e Patrizia Cormos, le due ragazze i cui corpi sono stati ritrovati pochi giorni dopo la tragedia. «Appena si riuniranno i familiari – ha concluso l’Arcivescovo -, come abbiamo fatto per le due ragazze, andremo a pregare con la famiglia e i fratelli ortodossi. Che il Signore possa accoglierlo nella pace del paradiso».

Il sindaco De Sabbata: «L’abbraccio è il simbolo della tragedia»

Alla notizia del ritrovamento del cadavere, a Premariacco le campane hanno suonato “a morto”. «Contiamo che sia Cristian: nell’assurdità della drammaticità, saremmo felici se fosse così». Le parole sono quelle del sindaco di Premariacco, Michele De Sabbata, a commento del ritrovamento del corpo senza vita che presumibilmente è quello di Cristian Molnar. «Dopo 23 giorni di ricerche, faccio i complimenti ai soccorritori. L’abbraccio è il simbolo di questa tragedia: quello dei tre ragazzi, ma anche l’abbraccio della comunità e dei soccorritori. La squadra che ha trovato il corpo non avrebbe dovuto operare domenica, ma ha deciso di cercare ugualmente perché l’acqua era bassa».

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