Sarà il massimo rappresentante diplomatico della Santa Sede in Italia, l’arcivescovo mons. Petar Rajič, a presiedere la Santa Messa di sabato 19 ottobre, alle 17, in Cattedrale a Udine, nel corso della quale il Nunzio apostolico imporrà all’arcivescovo di Udine, mons. Riccardo Lamba, il paramento del pallio, insegna liturgica che deriva dall’abbigliamento civile romano ed è oggi rivestito di una particolare valenza simbolica.
«Il pallio è un antico segno che indica la cura pastorale di un Arcivescovo nei confronti della porzione di Popolo di Dio che gli è stata affidata», ricorda l’arcivescovo di Udine mons. Riccardo Lamba. «Personalmente lo sento come un invito a una maggiore responsabilità, per prendermi cura sempre più del Popolo della Chiesa di Udine. Inoltre – continua il presule – il pallio non prescinde dal legame con il Papa, chiamato anche “Pastore dei pastori”. La consegna del pallio fatta dal Santo Padre agli Arcivescovi metropoliti va proprio nella direzione della comunione tra il successore di Pietro e le singole Chiese disposte nei vari angoli della Terra». L’arcivescovo Riccardo Lamba ricevette il pallio dalle mani del Santo Padre Francesco lo scorso 29 giugno, solennità dei Santi Pietro e Paolo. Ora l’imposizione solenne, che dal 2015 per volontà di Papa Francesco non si svolge più in Vaticano, ma nelle Arcidiocesi dei diversi metropoliti.
La celebrazione del 19 ottobre sarà aperta a tutti i fedeli che vorranno prendervi parte. È stata predisposta una diretta radiofonica della Messa sull’emittente diocesana Radio Spazio.
Cos’è il pallio?
Il pallio è una sciarpa di lana bianca che viene posta sulle spalle degli Arcivescovi metropoliti per indicare innanzitutto la comunione con il Vescovo di Roma e la corresponsabilità nell’esercizio del ministero pastorale. Questo particolare paramento indica anche il compito episcopale di essere guida, pastori del popolo loro affidato.
Non è un caso che si tratti di un paramento in lana: essa richiama la pecora che il Buon Pastore si porta sulle spalle; seguendo la simbologia biblica, il pallio di lana richiama anche l’Agnello trafitto ossia Gesù morto e risorto, modello di ogni pastore chiamato a dare la vita. È quindi un simbolo estremamente significativo.
Gli Arcivescovi metropoliti hanno il diritto di indossare il pallio nelle celebrazioni liturgiche che si svolgono nella provincia ecclesiastica che presiedono (nel caso dell’Arcivescovo di Udine, la provincia coincide con il territorio diocesano). Il paramento è decorato con sei croci nere di seta, una su ogni coda e quattro sull’incurvatura, ed è guarnito, davanti e dietro, con tre spille d’oro e gioielli. Il pallio figura anche nello stemma episcopale.
Prerogativa degli Arcivescovi metropoliti, come l’Arcivescovo di Udine
Nella Chiesa cattolica il metropolita è il Vescovo di una Arcidiocesi che presiede una provincia ecclesiastica e che, di conseguenza, dipende direttamente dalla Santa Sede. Una provincia ecclesiastica è composta da diverse Diocesi. La sede episcopale più importante della provincia è detta sede metropolitana, mentre le altre sono dette suffraganee. Questo è il motivo per cui la Cattedrale di tali Arcidiocesi (come quella di Udine) viene definita metropolitana.
Per motivi storici l’Arcidiocesi di Udine presiede una provincia ecclesiastica sui generis in quanto priva di Diocesi suffraganee.
L’antico confine che segna la storia della Chiesa di Udine
Il titolo di Arcidiocesi per la Chiesa di Udine è eredità diretta del Patriarcato di Aquileia, soppresso nel 1751 per uniformare i confini delle giurisdizioni ecclesiastiche e civili (all’epoca il Patriarcato si estendeva per lo più nel territorio della Serenissima Repubblica di Venezia, ma una buona porzione ricadeva sotto l’Impero Asburgico). Nel 1753 la neo-costituita Arcidiocesi di Udine – coincidente con la porzione di Patriarcato sotto il governo veneziano – contava ben 12 diocesi suffraganee distribuite tra Friuli, Veneto e Istria. La porzione asburgica del Patriarcato costituì l’Arcidiocesi di Gorizia.
Nel 1818 l’Arcidiocesi di Udine venne declassata a Diocesi, assegnando le sue suffraganee a Venezia. La Chiesa udinese ottenne di nuovo la dignità arcivescovile e metropolitana nel 1847, pur essendo priva di Diocesi suffraganee; da allora l’Arcivescovo metropolita di Udine ha nuovamente diritto a indossare il pallio.