Nel giorno del dolore profondo che vede piangere le “vittime innocenti” di due stragi terroristiche venerdì a Dacca in Bangladesh e stamane a Baghdad in Iraq, il Papa all’Angelus ha invocato da Dio la conversione dei violenti
Nel giorno del dolore profondo che vede piangere le “vittime innocenti” di due stragi terroristiche venerdì a Dacca in Bangladesh e stamane a Baghdad in Iraq, il Papa all’Angelus ha invocato da Dio la conversione dei violenti. Ha quindi ricordato ai cristiani l’importanza di portare a tutti un messaggio di speranza, consolazione, pace e carità: “Esprimo la mia vicinanza ai famigliari delle vittime e dei feriti dell’attentato avvenuto ieri a Dacca e anche a quello avvenuto a Baghdad. Preghiamo insieme. Preghiamo insieme per loro, per i defunti e chiediamo al Signore di convertire il cuore dei violenti accecati dall’odio”.
Nella catechesi prima dell’Angelus, Francesco, ispirato dal Vangelo domenicale, ha rimarcato come Gesù ci abbia ‘avvicinato’ Dio: “Dio si è fatto uno di noi, in Gesù, Dio regna in mezzo a noi, il suo amore misericordioso vince il peccato e la miseria umana”. “Questa è la Buona Notizia” che gli “operai della messe”, “i missionari del Regno di Dio”, “devono portare a tutti”: “un messaggio di speranza e di consolazione, di pace e di carità”. Ha quindi spiegato: “Tutto questo significa che il Regno di Dio si costruisce giorno per giorno e offre già su questa terra i suoi frutti di conversione, di purificazione, di amore e di consolazione tra gli uomini. È cosa bella, eh! Costruire giorno per giorno questo Regno di Dio che si va facendo. Non distruggere, costruire”. Ma con quale spirito il discepolo di Gesù dovrà operare? “Anzitutto dovrà essere consapevole della realtà difficile e talvolta ostile che lo attende. Infatti Gesù dice: ‘Vi mando come agnelli in mezzo a lupi’, chiarissimo. L’ostilità che è sempre all’inizio delle persecuzioni dei cristiani, perché Gesù sa che la missione è ostacolata dall’opera del maligno. Come raccomanda Gesù, si sforzerà “di essere libero da condizionamenti umani” “non portando borsa, né sacca, né sandali”, “per fare affidamento soltanto sulla potenza della Croce di Cristo”. “Questo significa abbandonare ogni motivo di vanto personale di carrierismo o fama di potere e farsi umilmente strumenti della salvezza operata dal sacrificio di Gesù.” “Quella del cristiano nel mondo – ha sottolineato Francesco – è una missione stupenda e destinata a tutti, nessuno escluso”: “C’è tanto bisogno di cristiani che testimoniano con gioia il Vangelo nella vita di ogni giorno”.
Poi un omaggio alla dedizione di tanti uomini e donne che quotidianamente annunciano il Vangelo: sacerdoti, bravi parroci, suore, consacrate, missionarie, missionari e una domanda diretta “Quanti di voi giovani che adesso siete presenti oggi nella piazza, sentono la chiamata del Signore a seguirlo? Non abbiate paura! Siate coraggiosi e portare agli altri questa fiaccola dello zelo apostolico che ci è stata data da questi esemplari discepoli. Infine dopo la preghiera mariana, il Papa ha richiamato nell’Anno Santo della Misericordia la figura di Santa Maria Goretti, di cui la Chiesa celebra la memoria il 6 luglio “…la ragazza martire che prima di morire perdonò il suo uccisore. Questa ragazza merita un applauso di tutta la piazza.”