«I minori stranieri non accompagnati non sono tutti uguali. La stragrande maggioranza non ha particolari problemi e viene qui effettivamente per studiare e cercare lavoro. Alcuni, invece, richiedono interventi repressivi e forse anche comunità repressive». Così si esprime il presidente della Fondazione di Casa dell’Immacolata, Vittorino Boem, dopo gli interventi delle forze di Polizia nella struttura. Martedì 4 marzo, gli agenti sono arrivati, su richiesta della stessa Casa Immacolata, per arrestare due minori che avevano minacciato alcuni educatori e si erano resi responsabili di danneggiamenti. I due, fa sapere Boem, sono stati denunciati ed ora hanno a carico un procedimento per estorsione. Giovedì 6 marzo, invece, c’è stato un controllo a sorpresa che ha portato alla scoperta nelle stanze di alcuni ospiti – in questo caso non solo a Casa dell’Immacolata, ma anche nella comunità per minori Hannah House di piazzale Cella –, di «bastoni – si legge nel comunicato diramato dalla Questura di Udine – mazze, coltelli da cucina, lame di varia natura ed in generale di numerosi strumenti atti ad offendere».
«I controlli – prosegue la nota – sono stati decisi dal Questore di Udine a seguito dei numerosi episodi che hanno visto alcuni di questi minori stranieri non accompagnati rendersi autori di gravi reati. Questo genere di controlli è condiviso ed è concordato con i responsabili delle strutture di accoglienza in quanto i comportamenti di una minoranza violenta impediscono il regolare svolgimento dei servizi che gli educatori devono assicurare. Il rifiuto, violento e oppositivo alle regole minimali di civile convivenza è arrivato al punto tale da mettere in pericolo la sicurezza fisica degli educatori e di impedire ai minori che si comportano bene e rispettano le regole di beneficiare dell’assistenza cui hanno diritto. Ulteriore ed ancor più grave conseguenza negativa è l’effetto emulativo e di trascinamento nei confronti degli altri ospiti delle strutture che per età e condizioni generali, si trovano in condizione di fragilità».
Sulla vicenda è intervenuto l’assessore regionale, Pierpaolo Roberti, definendo quanto emerso dai controlli «allarmante» e chiedendo di «verificare con rigore i requisiti delle strutture di accoglienza, sia in termini di organizzazione sia di personale qualificato» ed ha annunciato che la Regione valuterà la revoca dei fondi ai Comuni per la gestione dei minori stranieri non accompagnati in assenza di controlli puntuali da parte delle polizie locali e di segnalazioni tempestive di irregolarità. «Non possiamo permettere che, con soldi pubblici, si alimentino contesti di illegalità dove questi ragazzi rischiano di crescere come delinquenti di strada», ha aggiunto Roberti.
Appoggio alla proposta dell’assessore è venuto dal consigliere di Forza Italia, Roberto Novelli, il quale ha riproposto l’introduzione di «metal detector portatili» e richiesto «una condotta ferma da parte di tutti, dalle istituzioni ai gestori di queste strutture». Molto critica, invece, sulle dichiarazioni di Roberti la consigliera Manuela Celotti (Pd): «Nel complesso fenomeno della gestione dei minori stranieri non accompagnati la Regione FVG si è completamente disimpegnata da ogni ruolo di regia o coordinamento, abbandonando a se stessi Comuni e strutture di accoglienza». «In questa partita – ha aggiunto – bisogna stare al fianco dei Comuni e delle strutture di accoglienza, non scaricare le responsabilità e per questo esprimo sostegno a Casa dell’Immacolata che, peraltro, in questi giorni ha preso una posizione chiara e forte».
«Gli oggetti trovati – afferma da parte sua Boem –, ovvero forchette, qualche coltellino, le mazze da criket, un manico di scopa, sono oggetti della vita quotidiana. Certamente possono essere utilizati anche per offendere e per questo cerchiamo di lavorare con la prevenzione. In ogni caso siamo disponibili a interloquire con le autorità e con la Regione, nella logica, però, di intervenire sui ragazzi più problematici. Se generalizziamo non otteniamo niente. Tra i minori stranieri non accompagnati ci sono ragazzi che hanno comportamenti ordinari, altri inadeguati, altri su cui si può lavorare dal punto di vista rieducativo, altri ancora che hanno bisogno di interventi di tipo sanitario».
Detto questo Boem formula la sua proposta: «Da diversi anni a Comune e Regione diciamo che ci vogliono comunità differenziate».
Il presidente di Casa dell’Immacolata: «Minori stranieri, non facciamo d’ogni erba un fascio»
