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Il Sindaco di Udine al convegno della Rete di Trieste. «Cattolici in politica uniti nelle istituzioni»

Venerdì 14 e sabato 15 febbraio si è svolto a Roma il primo incontro nazionale della Rete di Trieste, il gruppo di amministratori pubblici nato in seno alla Settimana sociale dei cattolici in Italia svolta a Trieste nel luglio 2024. Nel tempo la “Rete” ha accresciuto le fila dei suoi partecipanti giungendo a contare diverse centinaia di amministratori in tutta Italia.

Dopo tre incontri interregionali, svolti tra novembre e dicembre 2024, ecco quindi il primo appuntamento nazionale. Tra i relatori della seconda giornata anche il sindaco di Udine, Alberto Felice De Toni, intervenuto assieme alla deputata dell’Assemblea siciliana e sindaca di Montevago Margherita La Rocca Ruvolo, alla sottosegretaria in Regione Piemonte Claudia Porchietto e alla presidente dell’Umbria Stefania Proietti.

A Roma il primo incontro della costituente degli amministratori locali cattolici

De Toni: «Stare insieme è fondamentale»

Nel suo intervento il primo cittadino di Udine ha sottolineato l’importanza della comunità e della partecipazione attiva, a partire da esperienze personali, evidenziando come fin dall’infanzia sia stato coinvolto in realtà associative vicine agli ambienti ecclesiali come il patronato (l’oratorio), l’Azione Cattolica e gli scout, dove «si applica il “learning by game”, cioè l’apprendimento attraverso il gioco». De Toni ha ribadito che «stare insieme è fondamentale: il successo nasce dalle alleanze», e ha esortato a essere orgogliosi dell’educazione al valore della comunità.

Un frangente dei lavori della Rete di Trieste, a Roma – Foto Siciliani

Sturzo, Maritain, Mounier. Tre “giganti” di personalismo e democrazia

De Toni ha poi confutato brevemente alcune derive contemporanee: da un lato l’eccesso di liberismo, «dove l’individuo prevale su tutto»; dall’altro il populismo e il collettivismo, «dove la comunità schiaccia l’individuo». Come alternativa, ha proposto il «personalismo comunitario di Jacques Maritain ed Emmanuel Mounier, in cui la persona è al centro, ma si realizza pienamente solo nel quadro della comunità, quando cioè viene accolta e riconosciuta dagli altri».

Citando l’esempio di don Luigi Sturzo (che nel 1902 intuì l’importanza dell’Associazione Nazionale Comuni Italiani, ANCI, pur se nata in contesti completamente diversi da quello cattolico, e ne propose l’ingresso dei cattolici), De Toni ha suggerito che «l’unità politica dei cattolici possa realizzarsi proiettandola nell’orizzonte delle istituzioni». Non, quindi, in altre forme come per esempio una lista o un partito dichiaratamente ispirati al cattolicesimo sociale.

Una visione, quella del primo cittadino udinese, in sintonia con quella su cui si sta sviluppando l’intera Rete di Trieste, fin da subito impermeabile a svilupparsi in formazioni partitiche di sorta.

L’esperienza dei consigli di quartiere di Udine

Nel suo intervento De Toni ha evidenziato l’importanza della democrazia “associativa”, citando l’esperienza di Udine, dove sono stati creati consigli di quartiere partecipati coinvolgendo associazioni sportive, culturali, sociali e parrocchie. Questo approccio combina la democrazia elettiva con la dimensione “orizzontale” del tessuto sociale e associativo.

G.L.

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