Potenziare l’uso della lingua friulana nei programmi Rai, a partire da GR e TG. È la richiesta emersa dal convegno “Rai pal Friûl” organizzatodalla Società Filologica Friulana e dall’Aclif e tenutosi il 15 marzo nella sede di Palazzo Mantica a Udine. “Chiediamo una programmazione Rai che racconti le nostre comunità e che rafforzi la nostra identità”, ha affermato il presidente del Consiglio regionale, Mauro Bordin, chiudendo l’incontro, durante il quale, dopo l’introduzione del presidente della Filologica, Federico Vicario, e dell’Aclif, Sergon, sono intervenuti il presidente dell’Ordine dei giornalisti, Cristiano Degano, e Mateo Taibon, giornalista Rai della minoranza ladina. Proprio a Taibon abbiamo chiesto una riflessione sull’importanza che ha avuto l’informazione in lingua per i ladini.
L’uso del ladino nelle trasmissioni Rai ha avuto un itinerario piuttosto lungo, iniziato nel secondo dopoguerra. Si trattava di trasmissioni occasionali di attivisti ladini, radiomanifesti, un’affermazione della propria identità, una rivendicazione di diritti.
Un passo storico è stata l’istituzionalizzazione delle trasmissioni attraverso la legge n. 103 del 1975: la convenzione tra lo Stato e la RAI. I programmi radiofonici ormai erano collaudati, con la convenzione hanno conquistato una base solida. Per la TV invece ci furono delle trasmissioni occasionali nel 1979, ma soltanto nell’estate del 1988 hanno avuto inizio i programmi TV regolari in lingua ladina (26 ore annue, divise fra attualità e programmi culturali).
Nel 1998, con una nuova convenzione, le ore sono passate da 26 a 39 all’anno con l’introduzione del primo telegiornale ladino (Trail), di 4 minuti e 30 secondi. Con la nuova convenzione del 2012 (entrata in vigore nel 2013) segue un’altra novità: il passaggio di competenze dallo stato alla provincia, con l’ampliamento da 39 a 100 ore di trasmissione all’anno e l’aggiunta di un TG della durata di 10 minuti alle ore 22.00 (tutti i giorni tranne domenica). Inoltre continuano i programmi culturali e le trasmissioni radiofoniche (arrivate a un’ora al giorno). Nel 2013 inoltre la redazione ladina diviene autonoma (prima faceva parte della redazione italiana). Attualmente siamo 10 redattori, fra pochi mesi saremo 11, inoltre ci sono 4 programmisti e per i programmi diversi collaboratori esterni. Abbiamo raggiunto un bel traguardo, ma la cronologia evidenzia che la strada è stata lunga. I furlans dunque non si perdano d’animo.
Le esperienze della nostra Tv e innanzi tutto del TG sono molto buone. Il TG breve delle 19.55 viene trasmesso tra il TG regionale italiano e il TG regionale tedesco “tagesschau”. Questo ci dà un’ottima visibilità nella provincia intera. Le nostre valli sono poche, il nostro territorio è piccolo, siamo circa il 4% della popolazione dell’Alto Adige. Il TG nella nostra lingua è una presenza nella società intera (e non solo nelle valli ladine), una forte affermazione della nostra esistenza come gruppo linguistico. Il TG ci dà quotidianità: la nostra lingua fa parte della vita quotidiana della provincia, presenta il nostro mondo con la sua lingua alla popolazione della provincia intera.
Il Tg ci dà dignità: la nostra lingua non è folclorica, ma viene usata come le altre, per parlare di tutto. All’inizio c’era un certo scetticismo, anche per il pregiudizio che il ladino sia una lingua povera e non adatta per la Tv. Le esperienze hanno ampiamente smentito queste idee. Ogni lingua cresce con l’applicazione, con le sfide, ogni lingua ha bisogno di neologismi, di parole nuove per cose nuove: la tv e innanzi tutto il TG (perché parla di tutto) ha sottolineato questo bisogno, ha contribuito allo sviluppo della lingua.
Il TG ha un impatto diverso dei programmi culturali. Tutto l’onore alla cultura (ho lavorato per anni per i programmi culturali della Rai), ma i programmi culturali coprono un interesse parziale (in tutte le culture). La frana che minaccia un paese, un intervento particolarmente difficile del soccorso alpino, le elezioni comunali o provinciali, la galleria nuova per arrivare in valle, il prezzo del latte: il TG con la sua vicinanza alla realtà quotidiana interessa tutti. Nel nostro TG poi trovano spazio anche lingua e cultura, in modo che è pure veicolo della nostra identità. Parliamo innanzi tutto della nostra terra. I nostri argomenti sono la cronaca, temi sociali, la sanità e la salute, natura e ambiente, scienze, mestieri, cultura, sport e politica: politica regionale, italiana, europea e anche mondiale. Non viviamo nella riserva indiana, siamo cittadini del mondo moderno come tutti gli altri, e la nostra madrelingua la usiamo per tutti gli argomenti. In ladino si può parlare di elezioni politiche in Austria, Italia, di economia, di paleontologia, energia solare o auto a idrogeno … di tutto, Con il TG e la sua ampiezza tematica evidenziamo la flessibilità e la dignità della nostra lingua.
Parliamo idiomi diversi (non abbiamo una koinè). Non sempre è facile capirsi – ma solo se gli altri idiomi si sentono poco. Sentendoli molto spesso in tv, c’è la familiarizzazione. Dunque il TG ha creato una coesione linguistica – importantissima visto che la tripartizione politica rimane. Abbiamo una divergenza amministrativa e geografica tra le valli, i nostri riferimenti amministrativi sono fuori dalle valli: con il TG dedicato a tutto il territorio, il termine “Ladinia” – che è geografico e culturale-linguistico ma non politico-amministrativo – è stato riempito di significato.
Il Telegiornale in lingua ladina è stato importantissimo per la nostra lingua e identità. Mi auguro che anche i friulani possano fare la stessa esperienza.
Mateo Taibon