Cresce sempre di più il numero degli imprenditori attivi in Friuli-Venezia Giulia che sono nati all’estero. È quanto emerge dal “Rapporto annuale 2024 sull’economia dell’Immigrazione”, curato dalla Fondazione Leone Moressa e presentato il 16 ottobre scorso al Viminale e alla Camera dei Deputati.
Gli imprenditori nati all’estero, infatti, nella nostra regione sono 17.513, pari al 12,8% del totale (nel vicino Veneto sono il 10,1%) e negli ultimi dieci anni sono cresciuti del 15,9% (+22,6% in Veneto) a fronte di un calo del 12,4% degli imprenditori nati in Italia. La provincia di Gorizia guida la classifica con il 15,2% di imprenditori stranieri (che nel decennio sono cresciuti del 20,4%) seguita da Trieste (18,3%; +35,1% nel decennio), Pordenone (12,1%; +10,6%) e Udine (10,9%; +9%).
Notevole il contributo al Pil dei lavoratori immigrati, pari a 4,2 miliardi di euro, il 10% del Prodotto interno lordo italiano.
Tilatti: «Esempio virtuoso»
A conoscere molto bene questi dati è il presidente di Confartgianato Udine, Graziano Tilatti. E li valuta positivamente: «Le difficoltà che nel mondo artigiano abbiamo a realizzare la staffetta generazionale sono in parte mitigate proprio da questi imprenditori immigrati. Se infatti la presenza di questi ultimi è cresciuta intorno al 10%, di una percentuale analoga sono calati gli imprenditori italiani o friulani. Si tratta di persone provenienti in particolar modo dall’Est europeo – prosegue Tilatti – impegnate soprattutto nel settore dell’edilizia, ma anche sempre più nei servizi: sarti e tappezzieri, ma anche calzolai, parrucchieri e barbieri. Si tratta di albanesi, rumeni, serbi, cinesi ed anche tanti kosovari. Questi ultimi li abbiamo accolti al tempo della guerra e anche formati, ma molti, non essendo riusciti ad ottenere il riconoscimento dello status di profugo, non siamo riusciti purtroppo a trattenerli e sono andati in Germania». Queste imprese, evidenzia Tilatti, «si stanno consolidando ed anche sul piano della qualità stanno crescendo».