Editi dal settimanale diocesano «La Vita Cattolica» raccontano, giorno per giorno e mese per mese, il Friuli tra storia, arte, cultura, devozione, sport, costume, società ed enogastronomia
Puntuali, con l’approssimarsi del Natale, anche quest’anno nelle edicole e nelle librerie sono arrivati «Stele di Nadâl» – da 76 anni l’imprescindibile almanacco dei friulani – e il «Lunari Furlan 2024», entrambi editi dal settimanale diocesano «La Vita Cattolica».
Stele di Nadâl 2024
Attesissimo da lettori e lettrici, anche dalle comunità friulane all’estero, «Stele di Nadâl» quest’anno è vestita a festa da Federica Pagnucco che ne ha illustrato la copertina. L’augurio natalizio è stato invece affidato a don Luigi Gloazzo – sacerdote e sensibile scrittore in lingua friulana – che affronta il tema «Vivi: une arte che si impare». Ogni mese si apre con il calendario, affiancato da «La preiere» di pre Rizieri De Tina e un appunto prezioso su «Lis voris dal mês» da fare nell’orto.
A seguire le tante e variegate rubriche che, tra passato e presente, danno spazio a arte, storia, cultura, devozione, sport, costume e società del Friuli-Venezia Giulia, ma anche a natura, cucina ed enogastronomia. Ne sono un esempio «Animali e clima che cambia» in cui Tiziano Fiorenza – guida naturalistica e naturalista – racconta gli effetti che il riscaldamento globale sta causando alla fauna della nostra regione, come anche «Fotografia in Friuli» in cui lo storico Gianfranco Ellero affianca nitide immagini del Friuli di un tempo al profilo degli autori che hanno fatto la storia della fotografia friulana. «Come une une volte» è poi un autentico tuffo nella quotidianità dei paesi friulani del primo Novecento, curata dalle giornaliste Valentina Pagani e Valentina Zanella, che si sono affidate ai racconti di “Nonna Rosina” e di Elisabetta Brunello del Museo Cjase Cocèl di Fagagna. E ancora, a cura di Anna Piuzzi, dodici storie di donne, pioniere nei più diversi ambiti. La giornalista Monika Pascolo, per preparare il lettore alle Olimpiadi di Parigi 2024 descrive le imprese dei campioni olimpici friulani del passato. E ancora, tra gli altri, le firme di Stefano Damiani, Giovanni Lesa, Germano Pontoni, Gabriella Bucco, Diana Candusso e Guglielmo Pitzalis. Non manca poi la leggerezza, con le folgoranti battute in marilenghe di Michele Polo (“Ridi ma no masse”) e il cruciverba di Bruno Fontanini, quest’anno costruito attorno al tema dei campanili del Friuli. Infine, ogni mese si conclude con gli approfondimenti firmati, tra gli altri da: Pre Roman Michelot, Roberto Frisano, Roberto Iacovissi, Carlo Gaberscek, Tommaso Nin, Francesco Dal Mas.
Il Lunari furlan
Giunto alla quinta edizione, il «Lunari Furlan 2024» è poi uno strumento imprescindibile per accompagnare l’anno nel segno della storia, della religiosità, delle tradizioni, dell’ambiente, dei modi di dire e delle tantissime curiosità che caratterizzano il territorio friulano. Un modo unico per conoscere – giorno per giorno, mese per mese – le radici della nostra identità, anche linguistica, dal momento che il Lunari è scritto interamente in lingua friulana. Una ricca messe di informazioni e conoscenze offerte dalla penna di Mario Martinis, storico ed etnoantropologo, uno dei maggiori studiosi della cultura friulana e autore di decine di pubblicazioni. Anche qui dunque – oltre ai santi di ciascun giorno, con particolare attenzione a quelli legati al Friuli, le devozioni religiose e le feste popolari – ci sono numerose rubriche, da quella dedicata ai fiumi a «Il mût di dî» che riporta i tanti modi di dire tipici della nostra lingua.
Insomma, due strenne natalizie da non lasciarsi scappare.