Sarà presentato venerdì 6 dicembre alle 17.30 nella sala di studio del Seminario Arcivescovile di Udine (in via Ellero 3) il libro – edito da Aviani&Aviani – «Il Collegio di Rubignacco: da Seminario a cittadella degli Studi e dell’accoglienza».
Autori del volume sono Paolo Moratti, Arduino Cargnello e Attilio Vuga, hanno inoltre collaborato Maria Cristina Novelli, Odorico Serena e Paolo Strazzolini. L’opera ripercorre i 120 anni di un’istituzione che nel tempo è stata seminario minore diocesano, seminario delle missioni estere dei Gesuiti, ospedale militare, collegio per orfani di guerra, con strutture assistenziali e scolastiche, laboratori di avviamento professionale, caserma della Repubblica sociale italiana, sede per alcuni mesi della Brigata “Osoppo” e della “Red Bull Division” degli Usa, collegio Ente Friulano Assistenza con annesse scuole di primo e di secondo grado, il più grande istituto regionale di formazione professionale e un importante impianto sportivo.
È all’inizio del Novecento, per decisione della Diocesi, che l’allora vicario generale mons. Luigi Pellizzo venne incaricato di acquisire a Rubignacco, frazione di Cividale, un’area, e affidare a una ditta edile la costruzione di un edificio che avrebbe ospitato il Seminario minore. Lo scopo era quello di accogliere i chierici durante il periodo estivo, offrendo loro un soggiorno gradevole, in un ambiente sereno. Il fabbricato era così imponente che consentì alla Diocesi di cedere in locazione trentennale un’ala dello stesso ai Padri Gesuiti per potervi istituire un Seminario delle Missioni estere. Tuttavia gli avvenimenti del Novecento hanno inciso profondamente sulla destinazione e l’uso dell’edificio, originando profonde trasformazioni nella gestione della struttura. Concluso il primo conflitto mondiale, il Seminario Minore fu soppresso e ceduta la proprietà alla Provincia, per cui fu dapprima collegio per gli orfani, dotato di una scuola elementare e di scuole professionali di avviamento al lavoro di tipo industriale e artigianale con officine, laboratori e un corso di agricoltura di base data la presenza della colonia agricola. Con l’ingresso in questo nuovo secolo caratterizzato da profonde trasformazioni sociali, è divenuto anche luogo di accoglienza per minori stranieri non accompagnati, mantenendo una solida coerenza: fornire assistenza, formazione e istruzione a migliaia di giovani, ospiti/studenti, e trasmettere loro i valori caratterizzanti di una comunità educante, preparando le nuove generazioni a un ingresso virtuoso e proattivo nella società civile.