Che festa, a Nova Gorica e Gorizia. Sabato 8 febbraio, infatti, è iniziato l’anno storico per la “piccola Berlino”, città che dal 1947 al 2004 è stata divisa da un confine innaturale ma rigidissimo, superato solo con l’ingresso della Slovenia nell’Unione Europea. Un confine che l’8 febbraio è stato valicato da infiniti passi, perché le due città sono ora – e per tutto l’anno – un’unica Capitale Europea della Cultura. La prima transfrontaliera.
La festosa cerimonia di apertura ha visto la partecipazione delle massime autorità italiane e slovene: il Presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella, la Presidente della Repubblica di Slovenia, Nataša Pirc Musar, il governatore della Regione Friuli-Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga. Presenti, ovviamente, anche i sindaci delle due città – Samo Turel e Rodolfo Ziberna – oltre a parlamentari di ambo gli stati. E all’ex presidente sloveno, Borut Pahor, protagonista pochi anni fa di un altro momento storico: la stretta di mano con Sergio Mattarella davanti a quella foiba di Basovizza che proprio sabato 8 febbraio è stata sfregiata da atti di vandalismo.
Mattarella: i valori di pace per «opporsi all’oscurantismo della guerra»
Ma torniamo alla festa goriziana, all’insegna della cultura. E di una cultura di pace. «La cultura, nella sua pluralità, costituisce la base di una convivenza pacifica e prospera tra i popoli» ha affermato il Presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella. «Se la cultura, per definizione, non conosce confini, essa nasce, pur sempre, come espressione di una comunità ma aperta alla conoscenza, alla ricerca comune, ai reciproci arricchimenti. Sconfitti gli orrori dell’estremismo nazionalista, che tanto male ha prodotto in Europa, riemergono i valori della convivenza e dell’accoglienza».
Mattarella ha anche evidenziato come il titolo di Capitale Europea della Cultura sia un’opportunità per rinnovare e rinvigorire i legami storici e culturali, soprattutto in una fase di transizione che vede l’Europa impegnata a costruire una nuova identità, da un lato più aperta e, dall’altro, in costante ricerca di nuovi equilibri nel mutevole quadro geopolitico. Equilibri che non possono prescindere dai valori che Mattarella ha definito capaci di «opporsi all’oscurantismo della guerra e del conflitto che si è riproposto con l’aggressione russa all’Ucraina». «Essere Capitale europea della cultura transfrontaliera – ha affermato il Capo dello Stato – significa avere il coraggio di essere portatori di luce e di fiducia nel futuro del mondo, dove si diffondono ombre, incertezze e paure. Significa che Nova Gorica e Gorizia indicano una strada».
Pirc Musar: la cultura per «costruire un futuro condiviso»
La Presidente della Repubblica di Slovenia, Nataša Pirc Musar, ha definito l’8 febbraio 2025 come una data che rimarrà nella memoria storica dei due popoli. Nel suo discorso, la Presidente ha sottolineato come l’evento rappresenti un traguardo simbolico per tutta la Slovenia. «Oggi scriviamo una nuova pagina nella storia dei nostri due popoli – ha affermato Pirc Musar -, che, nonostante le divisioni del passato, hanno sempre trovato nella cultura un ponte di unione. Questo riconoscimento è un passo fondamentale per rafforzare i nostri legami e costruire un futuro condiviso».
Anche Pirc Musar, dal canto suo, ha fatto riferimento al valore della cultura come strumento di pace e integrazione, ribadendo che il dialogo e la collaborazione tra Italia e Slovenia sono la chiave per costruire una prospettiva comune sul futuro dell’Europa. «La cultura è il linguaggio universale che supera i confini politici e che oggi, con questa nomina, si fa portavoce di un’Europa che non conosce divisioni», ha aggiunto. Inoltre, ha posto l’accento sull’importanza di «investire nella cultura come motore di sviluppo economico e sociale», capace di stimolare la creatività e di creare occasioni di crescita per le nuove generazioni.
Massimiliano Fedriga e l’Europa del Futuro
Anche il presidente della Regione Friuli-Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, ha partecipato all’evento, sottolineando l’importanza della Capitale Europea della Cultura come un’occasione unica per mettere in evidenza le potenzialità del territorio. «Gorizia e Nova Gorica sono la testimonianza di come, con impegno e collaborazione, sia possibile superare le barriere che ci separano. La cultura oggi è il «ponte che collega il passato e il futuro».
G.L.