Negli ultimi tre mesi del 2022 è proseguito il calo produttivo rispetto all’anno precedente (-2,9%), ma con minore intensità rispetto a quanto ci si attendeva
Negli ultimi tre mesi del 2022 è proseguito il calo produttivo rispetto all’anno precedente, ma con minore intensità rispetto a quanto ci si attendeva.
È quanto emerge dall’analisi dei dati dell’indagine trimestrale di Confindustria FVG elaborati dall’Ufficio Studi di Confindustria Udine. Nel quarto trimestre 2022 la produzione industriale regionale è diminuita del 2,9% rispetto allo stesso trimestre del 2021 ed è, inaspettatamente, cresciuta del 10,7% rispetto ai tre mesi precedenti.
Le imprese della Regione, dopo un primo semestre positivo (+0,7% rispetto ai primi sei mesi del 2021), che ha evidenziato la buona tenuta del comparto manifatturiero che aveva superato il gap produttivo dovuto alla pandemia, nel secondo semestre (-4,4% la variazione tendenziale) hanno subito gli effetti dei costi energetici e dell’incertezza a seguito del conflitto in Ucraina. Nel trimestre ottobre-dicembre dello scorso anno il calo sullo stesso periodo del 2021 (-2,9%) è stato però inferiore rispetto a quello registrato nel trimestre estivo (-5,9% la variazione tendenziale).
Anche la dinamica del portafoglio ordini risulta in miglioramento negli ultimi tre mesi del 2022: +3,1% rispetto all’anno precedente e +7,3% rispetto al terzo trimestre.
Segnali incoraggianti anche riguardo l’utilizzo degli impianti produttivi, con un tasso salito dal 77,5% del terzo trimestre al 78,9% del quarto trimestre.
Con riferimento ai singoli comparti, in ripresa l’industria meccanica (nel quarto trimestre 2022 +2,3% rispetto allo stesso trimestre 2021) e alimentare (+6,2%), mentre risultano in flessione i settori della siderurgia (-7,6%), legno e mobile (-15,3%), carta (-10,2%), chimica (-4,6%), gomma e plastica (-2,3%).
Un quadro meno fosco per la prima parte del 2023 trova conferma anche nel “sentiment” delle imprese: il 15% prevede un aumento della produzione contro un solo 4% che stima un calo. Nel terzo trimestre gli ottimisti erano solo il 5% e i pessimisti il 36%.
Permangono in ogni caso elementi di incertezza.
Il comparto delle costruzioni, dopo la forte crescita legata agli incentivi fiscali, sta ora rallentando. La flessione dell’inflazione sarà lenta e continuerà a penalizzare i consumi, con riflessi, in entrambi i casi, anche sul manifatturiero, il quale risentirà, inoltre, della decelerazione del commercio mondiale.
Di positivo il fatto che la base occupazionale non solo non è stata erosa come nelle precedenti recessioni, ma è addirittura aumentata superando i livelli precovid. Nel 2022 si è verificata, inoltre, una crescita delle assunzioni a tempo indeterminato, dovuta anche alla difficoltà delle imprese a mantenere in organico il personale necessario, spingendole ad incentivare l’offerta di contratti stabili.
Si attenua la spinta del prezzo del gas che, dopo aver toccato i 346 euro per megawattora a fine agosto 2022 (erano 70 a febbraio 2022, prima dello scoppio della guerra in Ucraina e 20 a gennaio 2021), prima con il raggiungimento degli obiettivi di stoccaggio e, successivamente, con la conclusione di un inverno complessivamente mite, è ora sceso a 47 euro. Anche il prezzo del petrolio sembra essersi stabilizzato (83 dollari al barile) su valori di poco superiori a quelli prepandemia (65 dollari).
Il commento di Gianpietro Benedetti, presidente reggente di Confindustria FVG: “I cicli economici sono normalmente caratterizzati da una fase di ripresa, espansione, seguita dal rallentamento, la cui entità è definita da molteplici fattori. Alla fase di depressione causata dal Covid-19 è seguita la ripresa, continuata nonostante il tema energetico. Oggi probabilmente siamo in espansione. Espansione supportata anche dagli investimenti per ridurre le emissioni di CO2, dal PNRR e dal riassetto geopolitico. Ne consegue che per i prossimi 2 / 4 anni, l’economia dovrebbe rimanere positiva a meno di stravolgimenti geopolitici, al momento non prevedibili”.