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«La crisi? Non sono pessimista». Parla il presidente degli industriali Fvg

«Certo, l’automotive è in difficoltà. E qualche problema ce l’avrà anche l’industria collegata al settore metallurgico. Ma non è il caso di fasciarsi la testa, temendo di rompercela». Pierluigi Zamò, presidente di Confindustria Friuli-Venezia Giulia, osserva il bicchiere mezzo pieno piuttosto che quello mezzo vuoto. Dopo le vacanze per le festività, i lavoratori sono ritornati in fabbrica, anche nella sua Ilcam spa, società con sede a Cormons, leader in Europa nella produzione di antine per mobili, con stabilimenti produttivi in tutta la regione. In un’ampia intervista rilasciata alla Vita Cattolica spiega, tra l’altro, le ragioni del suo ottimismo.

«Abbiamo alcuni fattori di traino dell’economia: il Pnrr avviato alla conclusione, il Giubileo, le Olimpiadi del 2026 e, per quanto ci riguarda da vicino, Go!2025 – afferma Zamò –. Si tratta di eventi che non solo porteranno turisti, ma investimenti collaterali, sul piano infrastrutturale, ad esempio, e su quello della ricettività residenziale. L’edilizia, si sa, è un motore importante dell’economia. E poi non dimentichiamo, per quanto riguarda la nostra regione, la realtà di Fincantieri, che è un traino potente, in ragione della sua forza».

A proposito del comparto mobile, Zamò afferma che «Il settore è andato bene, perché collegato alla crescita dell’edilizia. Per la verità non è stato prorogato il bonus mobili da parte del Governo, per cui non ci sarà l’euforia che abbiamo visto a seguito della pandemia. Continuerà il calo dell’export verso la Germania, come si è interrotto quello con i Paesi in guerra, ma gli imprenditori si stanno muovendo su altri mercati, dagli Stati Uniti al Canada, dall’India all’Australia. Anche la Cina, bisogna ammetterlo, non ha più la capacità di assorbimento di un tempo».

Se la guerra dovesse per lo meno interrompersi, si riaprirà il mercato ucraino? E pure quello russo? «È tremendo quanto è accaduto – risponde Zamò –. Siamo tornati alle guerre di trincea, in cui non ci si vede. La prospettiva, dunque, è difficile da ricostruire. È indispensabile che, tornata la pace, questa sia sicura. E sarà sicura se fondata sulla giustizia. Avverrà mai? Se non sarà una pace sicura, chi vuole che possa andare a ricostruire?».

Guardando al 2025 Zamò dice la sua anche su salari, ricerca di personale, responsabilità sociale d’impresa, transizione energetica.

L’intervista completa, a cura di Francesco Dal Mas, si può leggere sulla Vita Cattolica del 9 gennaio 2025

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