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Giubileo 2025

La mattina e la sera di Pasqua: due capolavori d’arte esposti a Roma a cura di don Alessio Geretti

A Roma nella chiesa di San Marcello al Corso, da martedì 8 aprile fino al 2 giugno 2025 si potranno ammirare tutti i giorni, dalle ore 8.00 alle ore 20.00, due opere di eccezionale importanza, in una esposizione a cura di don Alessio Geretti, collaboratore esterno del Dicastero per l’Evangelizzazione (cui spetta, tra i Dicasteri pontifici, l’organizzazione degli eventi giubilari) e intitolata «Il cammino della speranza».

I due dipinti sono I discepoli Pietro e Giovanni corrono insieme al sepolcro di Cristo il mattino della Risurrezione (nella foto, a sinistra) di Eugène Burnand (1898) e La cena in Emmaus di Harmenszoon Van Rijn Rembrandt (1629 ca.). Entrambi i capolavori sono ospitati nella chiesa di San Marcello al Corso, nella centralissima via del Corso, a due passi dalla Fontana di Trevi e dal Quirinale. Le tele provengono da Parigi: la corsa di Pietro e Giovanni è in prestito dal Musée d’Orsay, mentre Emmaus proviene dall’Institut de France – Musée Jacquemart-André.

«Si tratta – spiega una nota dei curatori, tra i quali figura don Geretti – di due dei più celebri dipinti al mondo dedicati al giorno pasquale, il giorno della Risurrezione di Gesù Cristo dai morti: l’opera di Burnand si concentra sull’alba di quel giorno, il dipinto di Rembrandt sul suo tramonto. Idealmente, vengono così evocati tutti i momenti, le sconvolgenti emozioni e gli incontri del giorno che cambiò per sempre la storia dell’umanità».

Il Giubileo è anche cultura

Il Giubileo? È anche cultura. Come spiegano gli organizzatori dell’esposizione, il Giubileo «Coinvolge necessariamente i migliori linguaggi dell’essere umano nel suo desiderio del contatto con Dio, nel suo cercare ragioni di speranza e, per i credenti, nel suo testimoniare Cristo nostra speranza». In particolare, gli eventi d’arte pensati nel cammino del Giubileo 2025, sia nei due anni di preparazione sia durante il suo svolgimento, «lanciano un messaggio: un’opera d’arte è “un’altra Porta Santa”, un varco aperto, attraverso il quale il visibile e l’invisibile, il materiale e lo spirituale, il divino e l’umano si incontrano e si toccano reciprocamente. Presentare capolavori d’arte nell’anno del Giubileo, dunque, significa percorrere la via della bellezza, contemplando lo splendore di Cristo, nostra speranza».

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