“Anche Cristian si è visto aggredire dalla stessa violenza cieca e malvagia” che ha provato Cristo. E’ la preghiera al centro dell’omelia dell’Arcivescovo di Udine al funerale di Cristian Rossi
Ha scelto la formula della preghiera, l’Arcivescovo di Udine, mons. Andrea Bruno Mazzocato, per l’omelia pronunciata questo pomeriggio, nella parrocchiale di Feletto Umberto, ai funerali di Cristian Rossi, il friulano ucciso nel feroce attentato di Dhaka in Bangladesh lo scorso venerdì 1 luglio. Una preghiera di invito al Signore Gesù a “risvegliare, in quest’ora di oscuro dolore il desiderio e la volontà di unirci di più a te e tra noi per opporci con coraggio ad ogni forma di male”.
Oltre cinquecento persone hanno partecipato al rito funebre, presieduto dall’Arcivescovo e concelebrato da mons. Giulio Gherbezza, parroco di Reana, paese natale di Cristian, e don Marcin Gazzetta, segretario dell’Arcivescovo. Molti sono dovuti rimanere fuori dalla chiesa. Il feretro è giunto dalla camera ardente, allestita nella sala consiliare del municipio, seguito dai famigliari, la moglie Stefania, in prima fila, poi le sorelle. Sul sagrato, ad attendere le autorità: la presidente della Regione, Debora Serracchiani, il parlamentare il parlamentare friulano Gian Luigi Gigli, il parlamentare friulano Gian Luigi Gigli, oltre venti sindaci con la fascia tricolore, il console del Bangladesh, in Veneto, Gianalberto Scarpa Basteri, il prefetto di Udine, Zappalorto, che nella camera ardente aveva incontrato i parenti.
“In questo momento – ha esordito mons. Mazzocato, nell’omelia – ci ci restano solo le parole che, partendo dal cuore, si trasformano in preghiera. Solo la preghiera può raggiungere il nostro Cristian ed è l’ultimo dono e l’ultimo aiuto che possiamo e vogliamo offrirgli. Certo, è difficile far uscire parole di preghiera dai nostri cuori sconcertati e increduli di fronte a tanto male ma proviamo lo stesso per amore verso Cristian e stretti alla sua Stefania, alle sue bambine Camilla e Gaia, all’anziano papà Francesco, alle sorelle Daniela, Cristina e Gabriella e a tutti i parenti”.
La preghiera, dunque, come unica parola possibile da pronunciare in questo momento di dolore. In essa, mons.Mazzocato ha paragonato la violenza inflitta a Cristo con quella che ha subito Cristian: “
L’Arcivescovo ha poi ricordato il “cuore profondamente buono” di Cristian, “innamorato della sua Stefania, affettuosissimo per le sue bambin, sempre slare e generoso con i suoi parenti e amici, desideroso di portare un po’ di benessere anche tra un popolo meno fortunato”.
Di qui la preghiera a Gesù a prendere con sé Cristiane ad avvolgerlo “nella tua eterna consolazione”, a sostenere “con le tue mani delicate e misericordiose il cuore straziato di Stefania, i piccoli cuori inoventi di Gaia e Camilla, gli animi sconvolti del papà, delle sorelle, dei nipoti, di tutti i parenti”. E infine l’invocazione: “Liberarci dal male! E in quest’ora di oscuro dolore risveglia in noi il de-siderio e la volontà di unirci di più a te e tra di noi per opporci con coraggio ad ogni forma di male. Tieni viva in noi la fiammella della speranza che per quanto sia potente il maligno non avrà l’ultima parola; ma l’avrà l’amore tuo”.
Toccante la testimonianza dei tre nipoti di Cristian Rossi. “Ci hai insegnato che viaggiare apre la mente, come ci si può aprire al mondo e hai ispirato le nostre scelte. Ci hai insegnato che solo con il sacrificio, la passione per quello che si fa, la perseveranza niente è irraggiungibile. Ci hai dimostrato che si può puntare in alto”, hanno detto Elena, Emanuele, Francesca, Tiziano, Elisa, Mattia, Luca, Simone e Nicola, che hanno voluto ricordare lo zio, con il suo “ottimismo e gioia di vivere”. “Eri lo zio sempre al passo con i tempi – hanno letto alla fine del funerale – sempre pieno di risorse, che ti stimolava a fare e ad essere di più. Poi, a un certo punto, ti sei reso conto che ti mancava qualcosa ed è lì che hai conosciuto la donna della tua vita e insieme avete coronato il vostro amore, con la nascita dei tuoi due tesori, come le chiamavi tu ‘briciolone’. Tramanderemo la tua storia e i tuoi aneddoti che ci hai raccontato. Dio ti benedica. Mandi zio”. La bara, con le due corone di fiori, inviate una dal Presidente della Repubblica e una dalla Presidenza del Consiglio, ha poi lasciato la chiesa diretta al cimitero di Reana del Rojale per la tumulazione.
Di seguito il testo completo della preghiera:
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Inchiodato sulla croce ti sei visto torturare a morte da una cattiveria maligna che non sopportava la tua bontà e la tua innocenza. Anche Cristian si è visto aggredire dalla stessa violenza cieca e malvagia e l’angoscia che hai provato tu, o Gesù, ben la conosci perché per primo l’hai vissuta fino a morire implorando: “Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito”.
Ora anche noi consegniamo a te il caro Cristian e il suo cuore profondamente buono, innamorato della sua Stefania, affettuosissimo per le sue bambine, sempre solare e generoso con i suoi parenti e amici, desideroso di portare un po’ di benessere anche tra un popolo meno fortunato.
O Gesù, prendi con te Cristian e avvolgilo nella tua eterna consolazione. Portalo tu ad abbracciare la sua amata mamma e la sorella e sia per sempre con loro in quella terra del paradiso dove ogni lacrima viene asciugata e la morte è distrutta.
Signore Gesù, assieme a Maria, Madre Addolorata, sostieni con le tue mani delicate e misericordiose il cuore straziato di Stefania, i piccoli cuori innocenti di Gaia e Camilla, gli animi sconvolti del papà, delle sorelle, dei nipoti, di tutti i parenti. Hanno tanto bisogno di trovare luce e forza; noi cerchiamo di stringerci a loro con tutto il calore del nostro affetto ma Tu conosci le vie per arrivare ai cuori lacerati dal dolore e portare il tuo Santo Spirito che è balsamo di speranza.
Signore Gesù, ci hai insegnato a pregare invocando: “Non abbandonarci nella tentazione ma liberaci dal male”. Si! Liberarci dal male! E in quest’ora di oscuro dolore risveglia in noi il de-siderio e la volontà di unirci di più a te e tra di noi per opporci con coraggio ad ogni forma di male. Tieni viva in noi la fiammella della speranza che per quanto sia potente il maligno non avrà l’ultima parola; ma l’avrà l’amore tuo, o Signore risorto, e l’amore nostro che riceviamo da te. Amen»