«Oggi ci informiamo attraverso tanti strumenti, dai giornali alla televisione, fino ai social media, che rappresentano oltre il 50% delle fonti di informazione», ha sottolineato Mons. Lamba. «Eppure, la percezione di autenticità è molto bassa: solo il 5-10% delle notizie viene considerato realmente affidabile». Un richiamo esplicito al fenomeno delle fake news, che spesso distorcono la realtà, manipolando l’opinione pubblica. Una riflessione profonda sul valore della “buona notizia” per eccellenza: il Verbo che si fa carne.
Queste le parole pronunciate dall’arcivescovo mons. Riccardo Lamba martedì 25 marzo nel corso della celebrazione solenne dell’Annunciazione, in Cattedrale a Udine. A concelebrare i canonici della Cattedrale e l’arciprete, mons. Luciano Nobile. Tra i presenti, diversi volontari impegnati nella promozione e nel sostegno alla vita nascente.
«L’Annunciazione – ha affermato con forza l’Arcivescovo – non è una fake news. Non è un’informazione volta a condizionare o ingannare. È la notizia più vera di tutte, la più grande che potessimo ricevere: Dio si è fatto uomo».
Il cuore del messaggio risiede nella risposta di Maria, «Una giovane donna che, pur conoscendo le Scritture, non avrebbe mai immaginato che quella Parola sarebbe giunta proprio a lei, in modo tanto straordinario. Il turbamento iniziale si trasforma in un consenso consapevole: “Eccomi”». Mons. Lamba ha quindi richiamato l’iconografia dell’Annunciazione, facendo riferimento alla rappresentazione di Andrea della Robbia nel Santuario francescano della Verna, in Toscana, nel quale si raffigura «Maria che accoglie l’annuncio con dolcezza e meditazione, mentre gli angeli attendono trepidanti la sua risposta». Un momento che San Bernardo descrive come decisivo per la storia della salvezza.
«Anche noi, ogni giorno, riceviamo la visita dell’Angelo del Signore», ha constatato l’Arcivescovo. «Anche noi siamo chiamati a dire il nostro ‘eccomi’ e a collaborare al progetto di Dio». Da qui, un invito alla fiducia: «Quando la Parola di Dio entra nella nostra vita, porta luce e speranza. Perché Gesù, il Verbo fatto carne, è la nostra speranza».
La celebrazione si è conclusa con un canto mariano di affidamento a Maria, a suggellare il legame profondo tra la Vergine e la comunità dei fedeli, affinché il suo “sì” continui a risuonare nel cuore di oggi e di domani.
Bruno Temil