Ha preso in prestito le parole di San Paolo VI, Papa del Concilio Vaticano II, mons. Riccardo Lamba. E le ha donate ai fedeli accorsi in Cattedrale a Udine per la Messa di Natale nella mattinata del 25 dicembre.
«Tra Dio e noi e tra noi e Dio c’è Gesù Cristo», ha detto mons. Lamba commentando le Letture della liturgia. «Ecco perché vorrei condividere con voi, oggi, questa bellissima preghiera di San Paolo VI: «Cristo, tu ci sei necessario».
In precedenza l’Arcivescovo, come da abitudine, ha iniziato l’omelia con episodi di vita concreta. «Alcuni hanno definito la Bibbia una “lettera che Dio ha inviato gli uomini” per far conoscere il Suo amore per noi. In ciascuno di noi le lettere evocano ricordi, suscitano sentimenti e riflessioni, sollecitano prese di posizione o decisioni. Ma con il tempo rischiano di essere archiviate, finendo in un cassetto in mezzo a tanti altri documenti, per rimanere, alla fine, lettere morte. Almeno fino a quando non vengono recuperate in occasione di qualche trasloco. Dio ha voluto sottrarsi a questa dinamica».
E commentando il Vangelo – il “prologo” del testo di Giovanni – ha affermato come «voluto incarnarsi per poter parlare di persona a ciascuno di noi, per ascoltare personalmente con le sue orecchie le nostre invocazioni; per poter toccare con le proprie mani ciascuno di noi e, viceversa, poter essere toccato da ciascuno di noi; per poter vedere con i propri occhi ed essere visto con i nostri occhi; per poter assaporare in prima persona la fatica del sacrificio del lavoro quotidiano; per poter assaporare il dolore del distacco delle persone care; per poter sperimentare la resistenza ad accogliere la verità, la bellezza, la bontà. Ma anche per poter sperimentare la gioia di un amore gratuitamente donato, perché gratuitamente ricevuto dal Padre.»
Parole su Giubileo e guerre
A margine della celebrazione, ai microfoni della RAI, mons. Lamba ha espresso due pensieri su temi di stretta attualità. «L’augurio che desideriamo è che il Giubileo possa portare un tempo di pace e riconciliazione». E riguardo alle numerose guerre in atto nel mondo, mons. Lamba ha ricordato che «Il dolore e il senso di impotenza trovano senso solo fidandosi della Grazia di Dio».
Messa natalizia di mezzanotte. «Cantiamo la gioia con la nostra vita»
Nell’omelia della solenne Eucaristia nella notte di Natale, in una cattedrale davvero gremita di fedeli, l’Arcivescovo ha preso spunto dal rito iniziale di accoglienza dell’effigie di Gesù bambino, la cui nascita era narrata dal brano evangelico di San Luca, proclamato nella liturgia notturna. «Questo bambino non si impone, ma si propone, si offre come la misura dell’autenticità della nostra vita – ha affermato l’Arcivescovo -. È un bambino e come tutti i bambini chiede di essere accolto e rispettato, chiede che ci prendiamo cura di lui, che adattiamo i nostri ritmi di vita ai suoi. Così, facendolo con lui, impariamo a farlo anche tra di noi accogliendoci, rispettandoci, prendendoci cura gli uni gli altri, adattandoci all’altro, non manipolandolo né adattandolo ai nostri gusti o alle nostre pretese.»
Ma non è tutto. Nella notte udinese, mons. Lamba ha accennato a un secondo tema tratto dalla liturgia. «La gioia. Quando sperimentiamo la gioia? Ogniqualvolta ci siamo sentiti amati da qualcuno non per qualche nostra qualità o atteggiamento, qualche aspetto magari più simpatico del nostro carattere, ma per il fatto stesso che noi esistevamo, era Amore». E ha infine concluso: «Questa è la gioia di cui ciascuno di noi, oggi, è invitato a fare esperienza; è la gioia che invita ognuno a unirsi al coro degli angeli per cantare, come abbiamo fatto poco fa, «Gloria a Dio nell’alto dei cieli e pace in terra gli uomini amati dal Signore». Cantare sì con le labbra, ma soprattutto con la nostra vita».
Le prossime celebrazioni natalizie dell’Arcivescovo di Udine
Mons. Riccardo Lamba ha inaugurato le celebrazioni del Natale con i sacerdoti anziani della Fraternità sacerdotale (il 24 dicembre) e con detenuti e personale del carcere di Udine (nel primo mattino del 25). Giovedì 26 dicembre l’Arcivescovo celebrerà Santo Stefano nella casa circondariale di Tolmezzo, alle 9.30. Domenica 29 dicembre, invece, presiederà la Messa in ospedale a Palmanova alle 10.30, prima di rientrare in città per la solenne apertura del Giubileo, alle 16, in Cattedrale (celebrazione che sarà trasmessa e commentata in diretta su Radio Spazio).
G.L.