È stata costruita negli anni Sessanta «dal paese per il paese», per ospitare il catechismo e le attività parrocchiali. Un edificio che, dopo essere stato concesso in comodato al Comune per alcuni anni, da qualche tempo è tornato nelle disponibilità della Parrocchia. E ora per la “Casa della gioventù” di Lavariano si apre un nuovo capitolo.
«È in atto una ristrutturazione che sta interessando al momento unicamente il piano terra con spazi in grado accogliere un centinaio di persone – illustra il parroco mons. Giuseppe Faidutti –; sarà rifatto l’impianto di riscaldamento, sostituiti i serramenti e rinnovato il palco per le rappresentazioni».
Il cantiere, finanziato da fondi della Regione e della Parrocchia, dovrebbe concludersi entro l’estate. «Rimane in piedi la sistemazone del secondo piano dello stabile – aggiunge il sacerdote –, ma per ora l’impegno finanziario del progetto in atto è piuttosto oneroso, quindi ulteriori lavori saranno preventivati in futuro».
La struttura di piazza San Paolino – si trova di fronte alla torre millenaria a due passi dalla chiesa parrocchiale – era passata in gestione all’Amministrazione comunale (da una decina d’anni è di nuovo a disposizione della Parrocchia) ed utilizzata come centro polifunzionale, non essendoci nella frazione un edificio idoneo ad ospitare incontri pubblici ed eventi. «Per ora è l’unico spazio parrocchiale a disposizione anche perché la sala che abbiamo a Mortegliano capoluogo al momento non è utilizzabile».
Restauro dell’Altare Maggiore
Oltre a rinnovare parte dei locali della “Casa della gioventù”, come illustra mons. Faidutti, la Parrocchia di Lavariano è impegnata pure nel restauro dell’Altare Maggiore e della Pala di San Paolo nella chiesa parrocchiale. «Un’iniziativa per la quale abbiamo già avviato le pratiche burocratiche e che si potrà realizzare grazie ad un gruppo di benefattori». Sponsor privati, aggiunge il sacerdote, hanno già consentito di rimettere a nuovo sia l’Altare di Sant’Antonio che quello del Rosario. Tempo addietro era già stato restaurato, con finanziamento della Fondazione Friuli, l’altare eseguito da Carlo da Carona nel 1527 in pietra d’Istria, caratterizzato da 22 sculture di santi, fra i quali i 12 Apostoli, San Giovanni Battista, San Martino, San Urbano, la Vergine che allatta il Bambino e il Cristo retto da Maria e San Giovannino, sovrastato dal Padreterno benedicente.
Monika Pascolo