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Dare sapore alla scuola

Pubblicato su “la Vita Cattolica” nr. 35/2023

Sta per iniziare un nuovo anno scolastico e si sentono spesso interventi di vari esperti sul tema, da cui vengono esclusi proprio coloro che vivono e fanno la scuola.

Questa riflessione nasce dentro la scuola, luogo nel quale opero, che amo e che ritengo ancora fondamentale per la formazione della persona.

Il mio primo pensiero va agli studenti, sia piccoli che grandi, il centro dell’azione educativa. Mi auguro che per loro la scuola non sia solo il luogo dell’istruzione, perché essere istruiti e possedere titoli di studio, come ci ha dimostrato la storia, non è sufficiente per far progredire le persone in umanità. Perché la scuola sia luogo della formazione di cittadini consapevoli è necessario che il sapere acquisti sapore. Sembra un gioco di parole cambiando una vocale, ma solo se il sapere contiene il sale della curiosità, solo se imparando si assapora il piacere della scoperta di sé e del mondo, le conoscenze fanno progredire l’uomo. Chi sente il sapore del sapere è per sua natura umile e non supponente, perché comprende quanto ancora c’è da imparare, quanto può lavorare su se stesso.

Il secondo pensiero va alle famiglie, affinché sostengano i loro bambini e ragazzi ascoltandoli. È importante che ai figli non si chiedano solo i voti ottenuti, che sono sempre la misurazione di singole prestazioni, ma si guardi al percorso compiuto. I nostri ragazzi, sin da piccoli, pare che soffrano di ansia per la paura di deludere e di non essere all’altezza dei risultati richiesti. In un percorso scolastico la via da percorrere non è mai lineare. A volte è necessario fermarsi, tornare indietro, riprendere dei passaggi. Quello che conta è progredire nel sapere, imparare anche dalle difficoltà per poi conquistare quella sicurezza che nasce dall’aver saputo affrontare le varie situazioni. I genitori possono aiutare molto i loro figli in questo percorso alleandosi con gli insegnanti e con gli altri educatori per permettere ai ragazzi di sentire che non sono soli, ma che ci sono degli adulti al di fuori della famiglia di cui si possono fidare.

L’ultimo pensiero va ai docenti, che hanno scelto questa bellissima professione, ma che non di rado vengono delegittimati da un mondo che corre veloce e nel quale sembra che i contenuti della scuola siano obsoleti. Etimologicamente parlando l’insegnante è colui che lascia il segno dentro. Mai come oggi, in cui si possono imparare molte cose attraverso vari canali, la funzione docente diventa essenziale per permettere ai ragazzi di comprendere l’importanza dei “maestri”. L’insegnante cammina accanto al ragazzo, lo aiuta non solo ad imparare concetti, ma a fare un percorso dentro di sé, a conoscersi, a comprendere quale strada è la più adatta per realizzarsi. Per questo, se da un lato le materie sono “sempre le stesse”, dall’altro non saranno mai trasmesse dai docenti nello stesso modo. Nelle nostre scuole i bambini e i giovani cercano adulti seri, capaci, autentici e, in questa società frammentata, hanno bisogno di sentirsi guardati e accolti. Ognuno di noi, diventato adulto, sente che quello che ha costruito nella sua vita, è dipeso non solo da se stesso, ma dal fatto di aver incontrato sulla sua strada degli insegnanti che hanno fatto la differenza.

Buon anno scolastico a tutti

Prof.ssa Susi Del Pin

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