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Un Meeting «audace»
Pubblicato su “la Vita Cattolica” nr. 33/2023
Nella città vacanziera di Rimini in questi giorni si è svolto il Meeting per l’amicizia tra i popoli del 2023, organizzato assieme al Movimento di Comunione e Liberazione.
È un evento ormai conosciuto e che da tempo è ripreso da giornali e telegiornali nazionali.
Chi ha la fortuna di parteciparvi o di vedere, almeno una volta, si accorge di qualcosa che non può essere paragonato a niente di ciò che ha visto di simile. La prima impressione potrebbe essere quella di una gigantesca sagra o di una serie di convegni culturali quotidiani. Ma ci sono momenti di divulgazione scientifica, ristoranti tipici, incontri con politici di diversi schieramenti (è singolare che per tanti politici sia diventato un luogo privilegiato di dialogo e confronto), sport e spettacoli, momenti di testimonianza, presentazione di libri, incontri con protagonisti di diverse religioni, numerose mostre, incontri promossi da diverse realtà del “terzo settore”, incontri con imprenditori ed economisti, vescovi e cardinali e soprattutto una folla di gente di ogni età che riempie corridoi e sale in ogni orario.
E se siete in visita nel giorno e nel momento giusto vi può capitare di incrociare il Presidente della Repubblica o del Consiglio o addirittura la visita del Papa (che non manca mai di mandare un messaggio augurale e di approfondimento del tema del Meeting ad ogni apertura).
Il tema di quest’anno è: “L’esistenza umana è una amicizia inesauribile”. Papa Francesco nel suo saluto afferma che «il titolo del Meeting suona audace perché va nettamente in controtendenza, in un tempo segnato da individualismo e indifferenza, che generano solitudine e tante forme di scarto. È una situazione dalla quale è impossibile uscire con le proprie forze… Per questo, in un momento preciso della storia, Dio ha preso l’iniziativa… Lo Spirito di Cristo risorto ha rotto la solitudine donando all’uomo la sua amicizia come pura grazia». E poi, citando don Giussani, continua: «La vera natura dell’amicizia è vivere liberamente insieme per il destino. Non può esserci amicizia tra di noi, non possiamo dirci amici, se non amiamo il destino dell’altro sopra ogni cosa, al di là di qualsiasi tornaconto».
Papa Francesco si chiede anche: «Non è forse questo il contributo che il ha cercato di dare nella sua storia ormai più che quarantennale? Essere luogo di amicizia tra le persone e i popoli, aprendo le strade di incontro e di dialogo».
Il Meeting esiste per documentare, rappresentare, esemplificare, ridare avvio a tutta questa possibilità di amicizia.
Così si comprende che non può essere ridotto ad un’opera con grandi capacità organizzative. Una buona organizzazione non basterebbe per reggere un evento simile, con la sua creatività e la molteplicità degli incontri frutto di rapporti vissuti in ogni ambito della realtà contemporanea! Un evento di questo tipo può essere generato dentro una esperienza vissuta di popolo cristiano lanciato tentativamente ad abbracciare ogni aspetto della vita, con il desiderio di raccontare ciò che accade e la tensione ad approfondirlo ed esprimerlo culturalmente fino a sostenere il Meeting con migliaia di persone che fanno i volontari gratuitamente, mantenendosi a Rimini a proprie spese.
Ho sempre vissuto come sfida personale le parole di san Giovanni Paolo II che nell’ 82 ha detto: «Una fede che non diventa cultura è una fede non pienamente accolta, non interamente pensata, non fedelmente vissuta» e sono sempre molto colpito dalle storie grandi o semplici di persone che raccontano come la loro vita sia rimasta segnata dai momenti di amicizia cresciuti negli eventi del Meeting. Se si pensa che ha voluto essere presente anche Madre Teresa di Calcutta…
Ogni anno, in un mondo dove regna la lamentazione, quella settimana porta con sé una ricchezza inestimabile di storie e fatti che è anche promessa della possibilità di costruzione del bene comune nelle diverse circostanze della vita, anche in quelle più difficili.
Un invito a ciascuno alla costruzione di amicizie cariche di speranza.