L’iniziativa è resa possibile dai fondi Cei dell’8xmille. Nella casa circondariale di via Spalato, a Udine, anche un centro di ascolto
Troppo pochi gli operatori, esigue le risorse a disposizione. Anche nella casa circondariale di Udine riuscire ad accompagnare chi sta scontando una pena per dare respiro a una giustizia vera, che sia anche riabilitazione e reinclusione, è tutt’altro che semplice. Ma grazie a risorse dell’8xmille la Caritas diocesana di Udine, che da due anni opera all’interno della struttura detentiva cittadina anche con un centro di ascolto (realizzato insieme al Comune di Udine, ente gestore del Servizio sociale dei Comuni, con il contributo della Cassa delle Ammende e della Regione Friuli-Venezia Giulia) è riuscita ad avviare il progetto “Liberamente”, mirato ad aiutare le persone detenute soprattutto nella fase di dimissione.
Ricostruire una rete
«Focus del progetto – spiega Annarita De Nardo della Caritas – è l’accoglienza dopo il periodo di detenzione per cercare di riattivare attorno a chi ha subito una carcerazione una rete di servizi e di relazioni – alloggio, lavoro, famiglia se possibile – e per favorire un rientro graduale in comunità». Annarita segue personalmente il centro di ascolto. «Molte persone detenute hanno problemi di tossicodipendenza o di salute mentale – spiega –. Insieme ai Servizi che si occupano di questo, tra quanti sono vicini al “fine pena” cerchiamo di individuare le persone più fragili da accompagnare anche in seguito; persone che, lasciate da sole, potrebbero perdersi. Soprattutto chi è privo di una rete familiare viene accolto e accompagnato, e sono molti, anche italiani, che spesso proprio a causa dei reati commessi sono stati allontanati dagli stessi familiari».
Il progetto è partito all’inizio dell’anno. Le richieste di colloquio al centro di ascolto sono moltissime – ammette la referente Caritas –, inoltre per ogni percorso sono necessarie pratiche burocratiche e di autorizzazioni non rapide, ma alcune persone – le prime – sono già state accolte.
Sensibilizzazione e volontariato
Parallelamente, il progetto “Liberamente” si pone anche un obiettivo di sensibilizzazione della società rispetto ai temi della giustizia e in particolare della giustizia riparativa, cioè della possibilità di lavorare sull’incontro di pacificazione tra vittima e autore del reato, cercando di far conoscere le ragioni dell’uno e dell’altro. «Un percorso che riteniamo essenziale – precisa De Nardo – per permettere alle persone di ricostituire quelle fratture e sanare quel dolore che si determinano in questi casi». Anche a tale scopo la Caritas ha organizzato quest’anno una serie di convegni (l’ultimo il 6 giugno scorso) mirati a puntare i riflettori sulla realtà carceraria.
«Abbiamo un sogno grande – conclude De Nardo – quello di trovare diversi volontari determinati a mettersi in gioco proprio nei percorsi di giustizia riparativa (al riguardo Caritas propone dei percorsi di formazione ad hoc, per info: ).
Attività con i più giovani
Infine, per sensibilizzare i più giovani e metterli in guardia sui rischi che possono correre («una percentuale consistente delle persone detenute ha vent’anni o poco più») Caritas ha in programma una rappresentazione teatrale che coinvolgerà gli adolescenti.
8xmille. CHI PUO’ FIRMARE
Possono firmare per l’8xmille coloro che possiedono solo redditi di pensione, di lavoro dipendente o assimilati, attestati dal modello CU (Certificazione unica) e sono esonerati dalla presentazione della dichiarazione dei redditi. Come scegliere? Utilizzare l’apposita scheda allegata al modello CU e: 1. Nel riquadro relativo alla scelta per l’8xmille, firmare nella casella “Chiesa cattolica”. 2. Firmare anche nello spazio “Firma”, in basso nella scheda. Nel caso in cui, per qualsiasi ragione, non si disponga della scheda allegata al modello CU, sarà possibile utilizzare per la scelta la apposita scheda presente all’interno del Modello REDDITI.
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