Hanno conquistato la maison Fendi la tradizione dello “scus” e il saper fare delle mani delle cartocciaie di Reana del Rojale. Fa infatti bella mostra di sé – sul sito della prestigiosa casa di moda – la notizia che, nell’ambito del progetto «Hand in hand», è stata realizzata una borsetta proprio con questa tecnica. «A Reana del Rojale – si legge infatti su fendi.com – sopravvive la tradizione del cartoccio friulano (o “scus”), ovvero il recupero delle foglie di mais per creare una varietà di oggetti. È questa la tecnica che “Scus Dal Rojâl” ha impiegato per creare una baguette partendo da foglie pulite, essiccate e lasciate nel loro colore naturale. Le foglie vengono poi lavorate su un piccolo telaio con un motivo orizzontale per creare la borsa, a cui viene aggiunta la fibbia FF in vimini».
Il progetto in questione vuole unire innovazione e tradizione artigianale locale, valorizzando le peculiarità regionali, integrandole nelle creazioni della maison. Così, per oltre due anni, gli artigiani friulani e i designer di Fendi hanno lavorato a stretto contatto, scambiandosi tecniche e conoscenze per perfezionare la creazione della borsa. Il risultato è una baguette che non solo rappresenta un simbolo di stile, ma anche un tributo all’abilità e alla tradizione artigianale friulana.
Arte antica
L’origine di questo artigianato viene collocata intorno al 1620, quando il granoturco comparve in Friuli per la prima volta: dalla coltivazione ci si rese conto ben presto che si poteva utilizzare ogni elemento della pianta, compreso il “cartoccio”. I contadini lo utilizzarono inizialmente come lettiera per gli animali e come imbottitura dei materassi: poi fu creata la prima corda, da cui si è sviluppato l’intreccio, tuttora in uso. Furono soprattutto le donne e i bambini a lavorare lo scus per primi anche per aggiungere una piccola entrata economica nelle famiglie.
L’intuizione di un sacerdote
Fra gli anni Sessanta e Ottanta don Mario Fabrizio diede vita alla Cooperativa Artigiana Cartocciai Friulani, con relativa scuola professionale, che aveva sede a Cortale di Reana del Rojale. Non solo. Grazie a una felice intuizione del sacerdote il commercio delle borse di “Scus del Rojâl” riuscì a svilupparsi e le vendite si estesero in tutta Europa, arrivando persino a New York. L’arrivo della plastica e l’introduzione dell’automazione nella produzione portarono a un periodo di declino. Tuttavia, in tempi più recenti, grazie all’impegno della Pro Loco del Rojale, questa particolare forma di artigianato è stata rilanciata. Per saperne di più consigliamo di seguire la pagina Facebook “Scus di Reane”.
Anna Piuzzi