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L’ora di Religione vista dai ragazzi. «Ho cambiato idea, ora la seguo». «Mi fa crescere»

«Immaginate di avere a disposizione 10 mila euro, ma di poter utilizzare questo denaro solo cedendone una quota ad un vostro compagno e solo se questi accetterà l’offerta. In caso contrario nessuno dei due otterrà nulla. Che cifra offrireste al vostro amico? E se non fosse un amico le cose cambierebbero?».

Non è una lezione di matematica, né di scienze diplomatiche. Siamo nella classe 4ªA Liceo scienze applicate dell’istituto Copernico di Udine e a porre il quesito è Susi Del Pin, insegnante di Religione cattolica. Gli studenti, divisi in due gruppi, sono invitati a confrontarsi sulle ragioni delle loro decisioni e a riflettere sui comportamenti umani, sulle relazioni e su valori quali la condivisione, la gratuità, la fratellanza. Una lezione insolita? Non più di altre sperimentate durante l’ora di Religione – raccontano gli studenti –. La professoressa spesso ci propone temi che invitano alla riflessione e al confronto su argomenti vari, ma sempre interessanti e che sono poi quelli che si incontrano nella vita di tutti i giorni. «È proprio questo che mi ha spinto a cambiare idea sull’ora di Religione!», esclama Mara De Biaggio. 17 anni, di Gonars, in prima superiore la studentessa aveva rifiutato l’insegnamento. «Mi è capitato poi di seguire alcune lezioni di Religione perché non c’erano insegnanti disponibili per la supervisione di chi non frequentava – continua la giovane –, e lì mi sono ricreduta, così da chiedere se potessi continuare a frequentare. Da allora non me ne sono pentita».

A tutti coloro che pensano che durante l’ora di Religione si faccia “catechismo”, Mara spiega che non è affatto così. «Si affrontano tanti argomenti diversi – precisa –: giustizia, legalità, guerre e soprusi, si scoprono testimonianze di persone che hanno dimostrato di avere forti valori e principi. Quest’anno abbiamo parlato di Mafia, di Olocausto e di tanto altro, testimonianze che mi hanno interessato moltissimo». «Al termine delle lezioni spesso mi sono sentita arricchita come persona – conclude la studentessa –. Ho sentito di lasciare la classe con un bagaglio di valori e concetti importanti più ricco. Ogni volta che affrontiamo un nuovo argomento sento che mi aiuta a maturare».

Anche Carlo Appiotti, compagno di classe di Mara, ha cambiato idea sull’ora di Religione dopo la prima superiore. Udinese, anche lui 17enne, il giovane suggerisce di frequentarla «sia che si sia credenti che atei o agnostici… Perché oltre a ragionare sui concetti di fede nel senso più stretto del termine, gli argomenti sui quali si spazia nelle lezioni inducono al confronto sui valori che fanno parte della vita di ogni giorno e su eventi storici significativi. Gli ideali cristiani possono essere utilizzati per insegnare valori validi per tutti». «L’alternativa all’ora di Religione, peraltro, spesso si trasforma in ore vuote o nelle quali fare semplicemente i compiti – aggiunge –, non è una vera alternativa».

D’accordo su tutta la linea pure Jacopo Nardin, di Mariano del Friuli, coetaneo di Carlo e Mara ma frequentante la 4ªB Scienze applicate, sempre al Copernico. «Io sono credente – dice – dunque frequenterei l’ora di Religione anche se si parlasse prevalentemente di fede, ma non è così. Riguardo ai vari temi proposti, in particolare quelli riguardanti l’etica e l’educazione civica, spesso a fine lezione mi ritrovo con in testa degli interrogativi che poi mi piace pormi nel tempo libero. Le lezioni si rivelano qualcosa che mi aiuta a pensare e che stimola la mia riflessione personale. Decisamente tempo investito bene».

Valentina Zanella

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