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L'editoriale

Maria, sorella nella fede

Sono una mamma di cinque figli, una nonna di due nipoti e devo dire che come donna il mio rapporto con Maria non è mai stato molto forte e facevo fatica a mettermi in relazione con lei per l’immaginario che si è sviluppato nel tempo a partire dai grandi quadri medievali in cui Maria di Nazareth viene appunto presentata come Madonna, intesa proprio nel senso attribuito in quel tempo al termine, la signora soprattutto dei castelli, l’oggetto di omaggio dei poeti cortesi: sentivo questa figura di Maria come fuori dal tempo e soprattutto come una figura che ben poco aveva in comune con me, donna del XX secolo.

Un giorno, durante il mio corso di studi in teologia spirituale al Teresianum, leggevo le lettere di Teresa di Lisieux, meglio conosciuta come santa Teresa del bambino Gesù, e ho incontrato questo passo: «Ogni predica che ho udito sulla Madonna, mi lasciava fredda. Quanto sarei stata volentieri un sacerdote, per predicare sulla Santa Vergine!… Avrei anzitutto mostrato quanto poco sappiamo propriamente sulla sua vita. Non si dovrebbe consentire che si raccontino cose inverosimili su di lei. Una predica sulla Santa Vergine, per portare frutto, dovrebbe mostrare la sua vera vita – come lo lascia intravedere il Vangelo – non una immaginata…E pur si intuisce bene che la sua vita – a Nazaret e successivamente – dev’essere stata del tutto comune. La Santa Vergine ci viene mostrata irraggiungibile, la si dovrebbe mostrare imitabile, mentre esercita delle virtù nascoste; si dovrebbe dire che essa come noi ha vissuto di fede, lo si dovrebbe documentare con passi tratti dal Vangelo» (Derniers entretiens avec ses soeurs, Novissima Verba, Desclée de Brouwer e Cerf, Paris 1971, pp. 389-391). Di fronte a queste parole di una delle sante che più amo, ho fatto proprio il percorso che Teresa suggeriva, partendo dai Vangeli, e ho ricostruito, come madre e nonna, ma soprattutto come discepola di Gesù, il percorso di fede che Maria ha vissuto, riscoprendo questa straordinaria donna per trovarla «nostra sorella nella fede», come la definisce papa Paolo VI.

Riscoprire Maria come sorella di ogni credente significa ripercorrere il suo percorso di fede fino alla comunione con Dio, seguendo la narrazione dei Vangeli. Ci sono delle tappe fondamentali della sua vita che ci possono aiutare in questo cammino.

La prima tappa è l’incontro con Gabriele, messaggero di Dio, (Luca 1,26-ss.) in cui si manifesta la grandezza di questa donna, in evidente contrasto con la figura di Zaccaria, espressione di una devozione basata esclusivamente sul rito, tanto da renderlo cieco all’azione di Dio. Maria invece accoglie l’annuncio, affrontando una condizione anche rischiosa di emarginazione e di condanna. Ecco, Maria vive intensamente il presente che il divino le offre, non pone “se e ma” sul futuro, si fida. «Maria è la contemplativa; colei che, vibrando in totale sintonia con l’onda d’amore che tiene in vita la creazione, continuamente si apre allo Spirito che “fa nuove tutte le cose” (Ap 21,5); diviene così capace di accrescere in sé la vita e di comunicarla all’intera umanità, trasformandosi nella “madre dei viventi” (LG 56)» (cit. Alberto Maggi).

Ma il cammino di fede di Maria è un cammino difficile, spesso doloroso, in cui lei stessa talvolta si trova a non comprendere cosa stia accadendo, dove stia andando questo figlio che contraddice molte delle certezze su cui lei stessa ha basato la sua vita. In queste difficoltà Maria non ottiene privilegi e agevolazioni, incontra le stesse crisi che ogni credente si trova ad affrontare: nostra sorella, veramente.

Questo cammino ha il suo culmine ai piedi della croce. Anche in questo episodio l’immaginario creato dalla tradizione letteraria e artistica ci offre un ritratto certo più immediatamente toccante, ma che non corrisponde a quanto narrato dal Vangelo di Giovanni, che non presenta Maria ‘dolorosa e lacrimosa’ (questa immagine risale allo Stabat mater di Jacopone da Todi): Maria è in piedi, ai piedi della croce, volontariamente presente, non solo madre che soffre per il figlio, pur se considerato un delinquente e

condannato per questo, ma coraggiosa discepola che sceglie di seguire il suo maestro, esempio e riferimento per tutti i discepoli di ogni tempo e luogo. E diventa così madre di tutti i discepoli, di tutta la Chiesa.

Ecco, questo è il racconto della mia relazione con Maria di Nazaret, donna e madre come me, come me discepola.

Anna Maria Fehl
Ex insegnante

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