«Onesto. Una bella persona, salda nei suoi principi, ai quali è sempre rimasto fedele». Così mons. Duilio Corgnali, già direttore de «la Vita Cattolica» ricorda Mauro Nalato, spentosi ieri sera nell’ospedale di Udine a 58 anni.
«Onesto. Una bella persona, salda nei suoi principi, ai quali è sempre rimasto fedele». Così mons. Duilio Corgnali, arciprete di Tarcento, e già direttore de «la Vita Cattolica» ricorda Mauro Nalato, spentosi ieri sera nell’ospedale di Udine a 58 anni. Nalato «era un amico – prosegue Corgnali –, anche se negli anni ci siamo persi di vista. Lo conobbi al settimanale diocesano, negli anni Ottanta. Lui iniziò qui la sua esperienza come giornalista e fu un valido collaboratore, coscienzioso. Ma, soprattutto, è rimasto tale anche negli anni successivi, una persona coerente, seria».
Il giornalista udinese si è spento a causa di una malattia che lo ha colpito quattro anni fa e contro la quale ha lottato fino all’ultimo, senza mai risparmiarsi, sul lavoro come nella vita privata. L’ultimo suo lavoro è recentissimo, la pubblicazione di due libri: «Vini macerati nati in Fvg, ora conquistano il mondo» e «Il caso Sauvignon in Friuli. Quando la giustizia fa paura» quest’ultimo, presentato a fine luglio al Senato a Roma.
Straordinaria la sua testimonianza riportata oggi dal Messaggero Veneto, una sorta di testamento spirituale e un insegnamento di vita per molti: «Ho avuto una vita intensa – dice Nalato –. Ho conosciuto persone potenti e persone semplici; umili. Mi sono confrontato con poveri e ricchi. Onesti e disonesti, da cui ho cercato di stare alla larga. Ma soprattutto ho cercato di rimanere sempre coerente con i miei principi e credo di esserci riuscito. Qualcosa è mancato, ma è stata un vita comunque bellissima. E adesso che sono qui, che aspetto di morire, non ho nulla da rimproverarmi».Dopo gli esordi con la Vita Cattolica, Nalato ha lavorato a Como e poi di nuovo in Friuli scrivendo per Anci, Confartigianato, Coldiretti e Camera di Commercio. Impegnato anche in politica, ha sostenuto l’amico Furio Honsell, candidato sindaco a Udine.
Formato al giornalismo d’inchiesta, come pretendeva il direttore de la Vita Cattolica Corgnali, Nalato non è mai stato accondiscendente: nei confronti di nessuno, qualunque collocazione avessero, neppure con i magistrati. Il suo primo Instant book, ancora nei primi anni ’80, quando a Conegliano si votò alla costituzione di una cooperativa tipografica per tossicodipendenti in recupero, è stato di una materia delicatissima: la vicenda di Vanni Mulinaris, il friulano docente della scuola di lingue “Hyperion di Parigi, arrestato il 2 febbraio 1982 nell’ambito delle indagini sull’attività delle Brigate rosse nel Veneto e poi scarcerato da Pietro Calogero. Per Mulinaris si spese anche l’Abbé Pierre, che venne pure a Udine a perorare la sua causa. Nalato scrisse un saggio scomodo, per discolpare Mulinaris.
Stimolato dal direttore Corgnali, Nalato non ha mai scritto un articolo scontato. E nella sua vita – come testimonia il «testamento» affidato agli amici – mai nulla ha dato per scontato.