Il dato, pubblicato nell’atlante annuale di Save the Children, è al di sotto della media nazionale (22%), ma riguarda comunque più di un minore su sei nella regione e conferma che la povertà minorile resta una vera emergenza.
Oggi in Friuli Venezia Giulia il 17,4% dei minori vive in condizioni di povertà relativa – ossia il rapporto tra i disagi effettivi e il costo economico della vita –, un dato al di sotto della media nazionale (22%), ma che riguarda comunque più di 1 minore su 6 nella regione e conferma come la povertà minorile resti una vera emergenza. È quanto afferma Save the Children nel suo annuale «Atlante dell’infanzia a rischio» presentato lunedì 21 ottobre in dieci città italiane, tra cui Udine.
Quella definita «relativa» è una povertà educativa oltre che economica, capace di riflettersi su una serie di indicatori chiave che fotografano lo stato dell’infanzia nel paese e in Friuli Venezia Giulia. La nostra è una regione in cui negli ultimi dieci anni sono nati sempre meno bambini, con una percentuale di nuovi nati che è scesa del 25,4% rispetto al 2008, in cui però è oggi presente un significativo numero di bambini e adolescenti con cittadinanza non italiana: l’11,7% della popolazione dei minori nella regione.
Quanto spende un comune friulano per ogni bambino?
Tutto questo mentre l’Italia continua a non avere un Piano nazionale per l’infanzia e a investire risorse insufficienti in spesa sociale, alimentando gli squilibri esistenti a livello di servizi e prestazioni per l’infanzia e condannando proprio i bambini e le famiglie più in difficoltà ad affrontare da sole, o quasi, gli effetti della crisi. Sebbene il dato di spesa media annua in Italia resti insufficiente, il Friuli Venezia Giulia – negli ultimi 10 anni – ha incrementato di 117 euro la spesa pro capite per interventi a favore dell’area famiglia/minori, arrivando a 275 euro. In Friuli Venezia Giulia, solo il 22,2% dei bambini ha accesso ai servizi per la prima infanzia, ma si registra un progresso rispetto al 14,9% del 2008, con una spesa media pro capite da parte dei comuni per questi servizi che si attesta a 977 euro.
La situazione scolastica: meno dispersione, ma in edifici insicuri
Anche la scuola è stata in questi anni colpita pesantemente in tutto il paese dai tagli alle risorse, spesso lineari, che hanno penalizzato le aree già in difficoltà. Sebbene nell’ultimo decennio si siano fatti grandi passi in avanti sul tema della dispersione scolastica, le differenze tra regioni sono molto ampie. Il Friuli Venezia Giulia si attesta sull’8,9%, un dato ben al di sotto della media nazionale (14,5%), che segna anche un netto miglioramento rispetto al 2008 (-6,2%). Scuole che restano luoghi non sicuri per gli studenti, nell’Italia fragile dal punto di vista sismico e idrogeologico: in un paese in cui gli indicatori sono drammatici, in Friuli Venezia Giulia il 41% degli edifici scolastici è priva del certificato di agibilità, un numero che si colloca al di sotto della media nazionale (53,9%) delle scuole che hanno compilato il dato.
Deprivazione culturale: un bambino friulano su tre non legge neanche un libro all’anno
In un paese in cui si è disinvestito sulle politiche sociali e sull’infanzia, la povertà educativa è una piaga in continua crescita. Basti prendere in considerazione alcuni indicatori relativi alla fascia 16-17 anni: in Italia quasi 1 minore su 2 non apre un libro durante l’anno, un dato che in Friuli Venezia Giulia riguarda oggi invece 1 minore su 3 (32,2%), senza variazioni rispetto al 2008. La deprivazione culturale nei minori resta un tema di allarme: nel corso dell’ultimo decennio la quota dei “disconnessi culturali” è diminuita in tutto il paese di 4 punti, sebbene i minori che non svolgono sufficienti attività culturali restino ancora 7 su 10, con il Friuli Venezia Giulia che si attesta al 58,8%. Anche lo sport resta per molti un privilegio: in Italia meno di 1 minore su 5 non fa sport e in Friuli Venezia Giulia questo dato scende al 6,8%.
Pochi libri, molto internet
Bambini e ragazzi che leggono sempre meno, fanno poco sport e che non sono sottoposti a stimoli culturali, ma sono invece iperconnessi: nell’ultimo decennio si è assistito a una rivoluzione che ha portato all’aumento esponenziale dei minori che usano ogni giorno la Rete. Nel 2008 solo il 12,9% dei bambini e adolescenti del Friuli Venezia Giulia usava tutti i giorni internet, una quota balzata al 54,3% nel 2018.
La povertà si colora di verde
L’impoverimento materiale ed educativo dei bambini in Italia, si accompagna anche ad un impoverimento “ambientale”. Mentre il dibattito mondiale si accende sull’impatto dei cambiamenti climatici sul pianeta, i bambini e adolescenti italiani crescono in un paese in cui c’è sempre meno verde, con un aumento di 30.000 ettari di territorio cementificato dal 2012 al 2018. Il fatto che ben il 44% dei bambini ed adolescenti italiani vada a scuola in macchina non stupisce (44,3% nella regione), soprattutto se si considera che il rapporto tra ogni neonato che nasce in Italia e le macchine immatricolate nello stesso anno è di 1 a 4 (in Friuli Venezia Giulia più di 1 a 4).