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Mons. Lamba a Roma per ricevere il pallio da Papa Francesco

Quest’anno il 29 giugno sarà un sabato. Giorno di festa in diverse comunità della nostra Arcidiocesi, in particolare quelle devote ai Santi Pietro e Paolo, celebrati in quella circostanza. Anche per l’arcivescovo mons. Riccardo Lamba il 29 giugno sarà un giorno speciale: non soltanto perché lui, romano, ricorderà i Patroni della sua Chiesa di origine e servizio, ma anche perché il 29 giugno di quest’anno lui stesso sarà a Roma per la Santa Messa con cui Papa Francesco, nella Basilica di San Pietro (e non poteva essere altrimenti) benedirà il pallio che sarà consegnato, nei prossimi mesi, agli arcivescovi metropoliti nominati nell’ultimo anno. Alle 9.30 il nostro mons. Riccardo concelebrerà la Messa con il Santo Padre; con lui anche altri quattro arcivescovi metropoliti italiani nominati nell’ultimo anno dal Papa: mons. Gherardo Gambelli di Firenze (ordinato Vescovo lo scorso lunedì, 24 giugno), mons. Davide Carbonaro (Arcidiocesi di Potenza–Muro Lucano–Marsico Nuovo), mons. Biagio Colaianni (Campobasso-Boiano) e mons. Giorgio Ferretti (Foggia-Bovino). Si potrà seguire la Messa su TV2000, al canale 28 del digitale terrestre.

L’Arcivescovo “metropolita”

Cosa significa affiancare quel termine, “metropolita”, al titolo di Arcivescovo? Nella Chiesa cattolica il metropolita è il pastore di una Diocesi (pardon: Arcidiocesi) che presiede una provincia ecclesiastica e che dipende direttamente dalla Santa Sede. La sede episcopale più importante della provincia ecclesiastica è detta sede metropolitana, mentre le altre sono dette “suffraganee”. Questo è il motivo per cui la Cattedrale di tali Arcidiocesi (come quella di Udine) viene definita “metropolitana”. L’Arcidiocesi di Udine presiede una provincia ecclesiastica priva di Diocesi suffraganee.

Il pallio, come il buon pastore

Mons. Loris Della Pietra

«Il pallio è un’insegna liturgica che deriva dall’abbigliamento civile romano, ma ha anche valenze di tipo simbolico» spiega mons. Loris Della Pietra, direttore dell’Ufficio liturgico diocesano. «È una sciarpa di lana bianca che viene posta sulle spalle degli arcivescovi metropoliti per indicare innanzitutto la comunione con il Vescovo di Roma e la corresponsabilità nell’esercizio del ministero pastorale. Ma – prosegue – il palio indica anche il loro compito di essere guida, pastori del popolo loro affidato». Non è un caso che si tratti di un paramento in lana: «La sciarpa di lana bianca richiama la pecora che il Buon Pastore si porta sulle spalle, ma è anche l’Agnello trafitto, Gesù morto e risorto, modello di ogni pastore chiamato a dare la vita. È quindi un simbolo estremamente significativo». Gli Arcivescovi metropoliti hanno il diritto di indossare il pallio nelle celebrazioni liturgiche che si svolgono nella provincia ecclesiastica che presiedono. Il paramento è decorato con sei croci nere di seta, una su ogni coda e quattro sull’incurvatura, ed è guarnito, davanti e dietro, con tre spille d’oro e gioielli. Il pallio figura anche nello stemma episcopale.

Aspettando una celebrazione in Friuli

Fino al 2014 il pallio veniva benedetto e imposto ai neo-metropoliti direttamente dal Papa. A partire dal 2015 sono state modificate le modalità di imposizione del pallio, il quale sarà soltanto benedetto dal Papa durante la Messa del 29 giugno, per essere poi ricevuto dalle sue mani in forma privata al termine della celebrazione. Il Santo Padre ha dato mandato, infatti, a tutti i Rappresentanti pontifici (solitamente i Nunzi apostolici) di imporre il Pallio a nome suo ai singoli metropoliti nelle loro rispettive Arcidiocesi, per favorire la partecipazione nella cerimonia liturgica del popolo di Dio e degli eventuali Vescovi suffraganei, e così aiutare alla comprensione e valorizzazione dell’insegna. Nei prossimi mesi, dunque, nell’Arcidiocesi di Udine sarà imposto solennemente il pallio a mons. Riccardo Lamba, in una celebrazione che vedrà con ogni probabilità la presenza in qualità di Rappresentante pontificio del Nunzio apostolico in Italia, mons. Petar Rajič.

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