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Mons. Lamba sull’omicidio Tominaga: «Prevenire con l’educazione. Preghiamo per la vittima e per gli assalitori»

«Desidero esprimere un profondo dolore mio personale, oltre che dei sacerdoti, dei religiosi e di tutto il popolo cristiano per l’ultimo evento tragico: la morte di una persona, Shimpei Tominaga, che ha subìto violenza nei giorni scorsi a Udine». Così mons. Riccardo Lamba esprime il cordoglio della Chiesa udinese per l’omicidio dell’imprenditore giapponese deceduto dopo essere stato aggredito sabato 22 giugno in pieno centro a Udine da alcuni giovani coinvolti in una rissa. Tominaga era intervenuto a difesa di uno di essi, ferito nella lite.

«È un episodio – continua Lamba – che ferisce molto sia la società civile, sia la comunità ecclesiale della nostra Arcidiocesi: ancora una volta una creatura che si era frapposta per fermare la violenza è rimasta vittima di quella stessa violenza. Evidentemente tutto ciò ha radici complesse e remote: dobbiamo operare in modo tale da prevenire questi episodi attraverso processi di educazione, formazione e integrazione, affinché i valori del rispetto e della solidarietà siano accolti sempre di più».

L’Arcivescovo mons. Riccardo Lamba

Nelle parole dell’Arcivescovo, un cenno a quanto la Chiesa sta tentando di fare per promuovere i valori da lui stessi richiamati: «In tutte le attività per i ragazzi e i giovani, che stiamo promuovendo proprio in questi giorni negli oratori delle nostre Parrocchie, stiamo lavorando in questa direzione: ci auguriamo che tutto ciò possa essere quel seme di speranza che il Vangelo ci chiede continuamente di seminare».

Mons. Lamba desidera infine affidare tutto questo dolore alla misericordia del Padre: «La vita non finisce con la morte: per tutti noi c’è una prospettiva di eternità. Con questa certezza affidiamo alla misericordia di Dio l’anima di questa ultima vittima della violenza e il dolore dei suoi familiari. Ma affidiamo alla misericordia del Padre anche i giovani che si sono resi protagonisti di questa violenza, perché possano rivedere l’impostazione della loro vita e giungere a un cammino di conversione autentica e sincera. Se lo vorranno abbracciare liberamente e volentieri – conclude il presule -, questo cammino sarà per loro l’opportunità di un’autentica rinascita».

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