Martedì 31 dicembre, anche quest’anno, si è svolta l’ormai tradizionale e molto partecipata Camminata per la Pace. Un appuntamento che, nel suggestivo scenario del Colle di San Pietro, a Zuglio, ha riunito numerosi pellegrini desiderosi di concludere l’anno con un forte messaggio di spiritualità e di speranza per la pace nel mondo, alla vigilia della Giornata mondiale dedicata proprio alla pace.
Diverse centinaia i pellegrini presenti. Per loro, il punto di ritrovo è stato la chiesa comparrocchiale di Zuglio, in paese, dove i partecipanti sono stati accolti dal prevosto mons. Giordano Cracina e da don Federico Grosso, direttore dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose “Santi Ermagora e Fortunato” di Gorizia, Trieste e Udine. Quest’ultimo, a causa di una lieve indisposizione, non è salito verso il Colle di San Pietro, ma ha comunque salutato i presenti con parole di incoraggiamento. L’arcivescovo mons. Riccardo Lamba ha raggiunto i pellegrini in cima, nella Pieve, giungendo direttamente dalle celebrazioni svolte in città a Udine.
La camminata è iniziata con tre tappe significative, durante le quali sono state proposte profonde riflessioni spirituali da parte di Luciano Meneano, Suor Elia e il dott. Maurizio Treleani, alternate a estratti del Messaggio di Papa Francesco per la Giornata mondiale della Pace 2025. Questi momenti hanno offerto ai pellegrini un’occasione di meditazione e di condivisione, accompagnati dalla bellezza del percorso illuminato dal cielo stellato e dalle luci dei paesi circostanti. Lo scenario della serata ha evocato un presepe vivente: il cielo stellato più brillante che mai, le sagome delle montagne avvolte nel buio e il campanile della Pieve splendidamente illuminato hanno creato un’atmosfera di rara suggestione, che ha facilitato l’immersone nella preghiera.
La pace, «un cammino che richiede fatica e perseveranza»
Giunti alla Pieve di San Pietro, accolti dal festoso suono delle campane, i fedeli hanno partecipato alla Santa Messa celebrata dall’Arcivescovo mons. Lamba. Con lui, a concelebrare, mons. Giordano Cracina, p. Giorgio e il padre Faustino. I canti, curati dai coristi delle parrocchie guidate da mons. Cracina, hanno reso la celebrazione ancora più solenne e partecipata.
«Salendo a piedi avete sentito la stanchezza, ci siamo forse chiesti quanto mancasse, e qualcuno potrebbe aver pensato di fermarsi, temendo di non farcela. Ma passo dopo passo, abbiamo perseverato», ha esordito mons. Lamba. «Questa immagine diventa un concreto simbolo della ricerca della pace, un cammino che richiede fatica, perseveranza e talvolta momenti di scoraggiamento». Nonostante gli ostacoli e le difficoltà, ha proseguito l’Arcivescovo, «è fondamentale riprendere il cammino, come avete fatto anche voi questa sera».
I pastori, «dalla contemplazione all’evangelizzazione»
Riflettendo sul Vangelo proposto dalla liturgia (l’adorazione della Santa Famiglia da parte dei pastori di Betlemme, ndr),mMons. Riccardo ha identificato due figure chiave che possono ispirare il percorso verso la pace: i pastori e Maria. «Appena ricevuto l’annuncio, i pastori si sono mossi senza indugio per vedere il segno del Salvatore. Anche la pace va cercata così: senza indugio, senza tergiversare, appena si presenta l’occasione. Cercare il dialogo per costruire la pace deve essere un impegno immediato. Davanti a un bambino, così fragile e indifeso, i pastori si sono sentiti toccati nel cuore. Anche oggi, chi detiene le sorti dell’umanità dovrebbe fermarsi davanti ai bambini, riconoscendo la loro vulnerabilità e impegnandosi a costruire un futuro di pace per loro». Non solo contemplativi, i pastori sono poi diventati i primi evangelizzatori: «Non hanno potuto trattenersi dal raccontare ciò che avevano visto e udito – ha detto Lamba -. Sono stati i primi missionari della Buona Notizia, annunciando il messaggio di speranza e pace senza attendere istruzioni o incarichi ufficiali».
«Affidiamoci a Maria per la pace nell’umanità»
L’altra figura centrale è Maria, che ha vissuto il mistero della nascita del Salvatore con fiducia e silenziosa meditazione. L’arcivescovo ha immaginato il suo stupore davanti ai pastori, uomini semplici e rustici, venuti a rendere omaggio al bambino. «L’evangelista ci dice che Maria custodiva e meditava tutte queste cose nel suo cuore. Guardando suo Figlio, forse si chiedeva quale sarebbe stato il suo destino, quali sofferenze e conflitti avrebbe affrontato. Eppure, restava fiduciosa, perché Maria è sorgente di speranza, come dice Dante: una fontana vivace di fede e fiducia nel progetto di Dio».
«Affidiamoci a Maria – ha concluso l’Arcivescovo -, modello di silenzio e preghiera, affinché interceda per noi e per tutta l’umanità. Vogliamo affidarci a Lei, perché il suo esempio ci aiuti a compiere tutti i passi necessari per il dialogo e la promozione della pace, senza escludere nessuno».
Al termine della celebrazione, i partecipanti si sono ritrovati nei locali della Polse di Cougnes, dove hanno condiviso un momento conviviale, suggellando con gioia e calore umano questa serata di spiritualità e di speranza, a conclusione di un evento che, anno dopo anno, continua a testimoniare il desiderio di pace universale e l’impegno della comunità nel camminare insieme verso un futuro di fratellanza e solidarietà.
Bruno Temil
Tutte le foto della serata
Camminata di preghiera per la pace (Zuglio, 31 dicembre 2024)