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Bassa Friulana

Muzzana. Cantori della Stella, rinasce l’antica tradizione

È un Natale all’insegna di un’antica tradizione quello che si vivrà quest’anno a Muzzana: venerdì 20 dicembre, alle 20.30, a Villa Muciana, a cura dell’Amministrazione comunale e della locale Scuola di Musica Acem, si terrà l’incontro dal tema “Raccontando l’Oggi è nato”, con la narrazione dei tradizionali Canti della Stella. L’evento è dedicato alla riscoperta e alla valorizzazione del rito chiamato nella Bassa Friulana “dell’Oggi è nato” (che si inserisce fra quelli collegati col ciclo natalizio-epifanico) e dei canti che l’accompagnano.

Sarà una preziosa occasione per conoscere più da vicino, assieme all’origine, pure il significato dei riti di questua collegati ad una tradizione non solo antica (affonda le radici negli anni dopo il Concilio di Trento), ma anche nobile (nata per arginare l’avanzare dell’eresia protestante) ed europea (conosciuta a Sud e a Nord delle Alpi, dal Canton Ticino fino all’Istria), un tempo capillarmente radicata anche in Friuli, ora rimasta in vita solo in alcune aree, soprattutto della montagna e nella Bassa Friulana.

Ma lo scopo principale dell’incontro sarà quello di salutare ed accompagnare con gioia la nascita del nuovo gruppo di cantori che, trascinati dall’incontenibile entusiasmo della direttrice della Scuola, Micaela del Giulio, intendono ridare vita a questa tradizione anche nella comunità di Muzzana. E per onorare questo tanto piacevole, quanto raro evento saranno i cantori delle altre località della Bassa Friulana a salutare con il loro canto la nascita della nuova lezione di “Oggi è nato il Redentore” che la comunità di Muzzana, per l’occasione, ha adottato grazie alla dinamicità della maestra Micaela.

Si potranno così ascoltare questa lauda nelle lezioni di Muzzana, San Giorgio, Carlino, Porpetto, Malisana e Torviscosa, assieme ad altri canti caratteristici come gli antichi “Dormi Dormi” e “I tre Re”, la pastorella Da Maria e San Giuseppe e i canti della tradizione friulana come “Duar bambin”, “Oh ce sere benedete” e “Anìn a Betlèm”. Canti, questi, che sono avvertiti come particolarmente rappresentativi dell’identità culturale locale e che, nelle occasioni rituali, contribuiscono al mantenimento dei legami comunitari.

Un incontro, quindi, per onorare una tradizione cara, i suoi repertori preziosi e i cantori che con orgoglio continuano a portarla avanti nel tempo.

Come altre tradizioni popolari anche il rito della Stella è stato interessato da fasi di abbandono, a seguito soprattutto dei cambiamenti di carattere sociale, culturale ed economico, avvenuti nella seconda metà del ‘900, ma eventi come quello di Muzzana e la vitalità e vivacità degli Stellari della Bassa Friulana mettono in evidenza il persistere e la ripresa in questa fascia di Friuli, forse più che altrove, di tradizioni secolari che hanno resistito all’usura provocata da tali cambiamenti, e l’attaccamento della popolazione verso l’arte, la cultura e le proprie tradizioni. Certo le motivazioni religiose sono forse sostituite dalla necessità di relazione e di aggregazione sociale, che oggi sono valori di cui i nostri paesi hanno più bisogno, e la necessità di beni derivanti dalla questua è sostituita dal valore di scambio simbolico tra l’augurio portato e l’offerta che si riceve. Ma il rito è vissuto sempre come elemento fondamentale per la coesione dei rapporti sociali all’interno delle comunità di appartenenza.

Flavio D’Agostini

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