Non conosce tregua il calvario del Myanmar. Dopo il terremoto che lo scorso 28 marzo ha devastato il paese del sud-est asiatico, già provato da anni di guerra civile, sono ora le prime piogge torrenziali che preannunciano l’inizio della stagione dei tifoni ad infierire sulla popolazione, in particolare su chi vive all’aperto o in ripari di fortuna. Oltre tremila morti, edifici distrutti, strade e vie di comunicazione interrotte, bombardamenti mai cessati… Cos’altro serve per indurre la speranza a vacillare? Cos’altro per invocare: “Oh Dio, perché mi hai abbandonato?”
E, invece, no.
«La popolazione è in grandissima difficoltà, ma non perdiamo la fede, né la speranza. È nella sofferenza che è più importante cercare Gesù!». Commuove la fermezza nelle parole di don Paul Khun A T. Sacerdote fidei donum originario proprio del Myanmar, 38 anni, don Paul è arrivato in Friuli 6 anni fa e sta studiando Psicologia; presta servizio nella Collaborazione pastorale di Variano e nella Parrocchia di Paderno a Udine, ma – linee telefoniche permettendo – è in stretto contatto con il paese asiatico martoriato dal sisma e dalla guerra, dove risiede tutta la sua famiglia: i genitori, cinque sorelle, due fratelli e 16 nipoti. Fortunatamente nessuno di loro è stato interessato direttamente dai crolli, ma tutti hanno sentito nitidamente la scossa, e in alcune zone le case hanno subito ingenti danni.
La testimonianza di don Paul si può leggere sulla Vita Cattolica del 16 aprile 2025
Don Paul e la sua famiglia sono originari di Pekon, piccola città nell’est del Paese. A causa della guerra civile i genitori e due delle sorelle con le rispettive famiglie hanno però dovuto abbandonare la casa quattro anni fa e da allora sono profughi. Si sono trasferiti prima a Taunggyi, capoluogo dello stato Shan, ospitati da una comunità di suore, poi a Mandalay, seconda città più grande del Paese e la più devastata dal terremoto. Tre mesi fa un nuovo spostamento, nella piccola città di Pinlong, dove la Chiesa accoglie numerosi profughi. «È stato questo a salvarli dal terremoto», racconta don Paul.
La Pasqua della popolazione del Myanmar quest’anno sarà più dura che mai. «Ma non dimentichiamo che c’è sempre la fede! – insiste il missionario –. Il Vangelo ce lo ha ricordato anche nei giorni scorsi: i poveri ci sono, e talvolta siamo noi i poveri. Ma questo non ci impedisce di trovare il Signore. In questa Pasqua spero che la risurrezione di Gesù ci dia ancor più forza e speranza per affrontare le sofferenze e per andare avanti».
Solidarietà e vicinanza dal Friuli
La solidarietà nei confronti del paese asiatico si è mossa anche dal Friuli. Don Paul presta servizio al fianco di don Pierluigi Mazzocato a Paderno e di don Giovanni Boz e don Raymond Darkwah a Mereto di Tomba, Tomba di Mereto, San Marco, Plasencis e Pantianicco. «In queste settimane in tutte queste comunità ho sentito l’affetto e il supporto di tante persone – racconta –. In chiesa abbiamo pregato anche per il mio Paese. In tanti mi hanno telefonato e scritto messaggi, hanno raccolto anche degli aiuti per il Myanmar, per aiutare chi là sta soffrendo». «Voglio ringraziare tutti voi per questa vicinanza – conclude il sacerdote –, mi aiuta molto in questo momento così difficile. E non ringrazio solo per me, ma da parte di tutto il popolo del Myanmar! Grazie soprattutto per le vostre preghiere, e per la vostra amicizia!».

Come aiutare
Caritas Italiana ha aperto la causale “Emergenza Myanmar” per le donazioni. È possibile contribuire, utilizzando il conto corrente postale n. 347013, o donazione on-line, o bonifico bancario specificando nella causale “Emergenza Myanmar” tramite:
- Banca Popolare Etica, via Parigi 17, Roma (Iban: IT 24 C 05018 03200 00001 3331 111);
- Banca Intesa Sanpaolo, Fil. Accentrata Ter S, Roma (Iban: IT 66 W 03069 09606 100000012474);
- Banco Posta, viale Europa 175, Roma (Iban: IT 91 P 07601 03200 000000347013);
- UniCredit, via Taranto 49, Roma (Iban: IT 88 U 02008 05206 000011063 119).
Valentina Pagani e Valentina Zanella