Dal Vangelo secondo Matteo Mt 28,16-20
In quel tempo, gli undici discepoli andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato.
Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono.
Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».
Commento al Vangelo del 26 maggio 2024, Santissima Trinità
A cura di don Simone Baldo
Subito dopo la grande solennità della Pentecoste, la Santa Chiesa ci invita a celebrare il primo mistero della nostra fede: l’unità e trinità di Dio. Si tratta di una scelta molto saggia. Ci ricordiamo che, nel giorno di Pentecoste, gli apostoli, ricevuto lo Spirito Santo, sono stati in grado di vincere le loro paure e i loro limiti, di esprimersi in lingue nuove e di parlare apertamente di Dio.
Allo stesso modo, anche noi, grazie allo Spirito Santo ricevuto, possiamo vincere le paure della vergogna e i limiti della ragione, parlare la nuova lingua della fede e parlare apertamente della Santissima Trinità.
Perché dobbiamo credere ancora oggi che Dio è uno e trino? Non sarebbe più facile professare una dottrina diversa e semplificata, magari più in linea con le categorie attuali di pensiero? Il motivo è uno solo: Gesù ci ha rivelato il mistero della Santissima Trinità e la Santa Chiesa come lo ha ricevuto così lo trasmette perché tutti gli uomini di tutti i tempi possano credere ed essere salvati. Il Vangelo di questa domenica è molto chiaro e non lascia scampo ad alcuna interpretazione: «Andate e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato».
Quindi: dobbiamo temere o vergognarci perché è difficile spiegare la Santissima Trinità? No, al contrario: Gesù ci invita a parlarne apertamente a tutti i popoli perché tutti, riconosciuto il limite della ragione umana e aperto il cuore alla potenza soprannaturale della fede, possano credere e diventare discepoli del Signore.
Dobbiamo forse cambiare i contenuti della fede perché difficili o superati?
No, al contrario: lo Spirito Santo ci dà le ispirazioni giuste per esprimere non con le parole ma con i fatti l’amore di Dio che è uno e trino.
Dobbiamo forse parlare di Dio in modo che vada bene un po’ a tutti e non scomodi nessuno? No, al contrario, perché Dio è Padre di tutti i popoli e questo pellegrinaggio che è la vita terrena serve proprio per conoscerlo, servirlo e amarlo con tutta la mente, con tutte le forze, con tutto il cuore.
Allora è chiaro: conoscere che Dio è uno e trino significa amarlo; parlare al mondo della Santissima Trinità significa amare l’umanità e desiderare che giunga alla gioia della salvezza, cioè ad avere nel cuore fin da subito, tramite la grazia del Battesimo, la comunione piena con Dio che è Padre e Figlio e Spirito Santo.
Dunque, nessuna paura ci ostacoli più: Gesù è con noi tutti i giorni, fino alla fine del mondo. Ce lo ha promesso! Le sue parole sono spirito e vita; Lui è la Verità. E quando lo zampino del dubbio ci sorprenderà, ricorderemo le sue parole prima di ascendere al Cielo: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra». Lui ha il potere di rialzarci, Lui ha il potere di confermarci, Lui e solo Lui ha il potere di illuminarci.
don Simone Baldo