Tra le montagne friulane della Val Resia, viene ritrovato il corpo della giovane poliziotta Marta Trevisan, apparentemente morta suicida con un colpo di pistola al cuore. È iniziata così, lunedì 28 ottobre, su Rai 1, la nuova serie tv dedicata a “I casi di Teresa Battaglia” intitolata “Ninfa dormiente”. Ritorna quindi la commissaria inventata dalla scrittrice gemonese Ilaria Tuti, con una vicenda tratta dall’omonimo romanzo del 2019.
Coprodotta da Rai Fiction e Publispei, con la regia di Kiko Rosati, anche questa nuova edizione della serie vede Elena Sofia Ricci nei panni della commissaria, affiancata da Gianluca Gobbi e Giuseppe Spata.
La seconda puntata è andata in onda il 29 ottobre. Nella terza, su Rai 1 il 4 novembre alle ore 21.30, vedremo Teresa Battaglia affrontare questo nuovo caso, secondo la commissaria un omicidio camuffato da suicidio. La vittima stava, infatti, cercando la verità su suo padre, accusato di aver ucciso l’amante, Hanna, nativa proprio della Val Resia.
Dopo aver dimostrato che Marta è stata effettivamente uccisa, il suo omicidio inizia a intrecciarsi con un dipinto perduto da tempo. Marta, infatti, era entrata in possesso della “Ninfa Dormiente”, un ritratto realizzato con sangue umano. La ninfa ritrae il volto di una giovane donna il cui nome è andato perso. Teresa inizia così a domandarsi quale sia l’anello mancante. Perché Marta aveva il ritratto di una donna uccisa nel 1945?
Un intreccio avvincente che porta in primo piano la montagna friulana. I paesaggi che abbiamo visto e che vedremo, però, non sono quelli della Val Resia di cui si parla nella vicenda.
La fiction infatti è stata girata nel Tarvisiano: in particolare la Val Saisera, con Valbruna, questa volta è la vera “star” della fiction, offrendo al sito una visibilità nazionale che certamente avrà anche una ricaduta turistica.
Oltre alla Val Saisera sono molte altre le località del Tarvisiano in cui si è girato: Malborghetto, con il Palazzo Veneziano, utilizzato anche per alcuni interni, e con la frazione di Santa Caterina. E poi Sella Nevea (con la Falesia di Sasso Camet, palestra naturale di arrampicata), Cave del Predil, con il lago (già molto valorizzato nel film del 2021 “Piccolo Corpo”di Laura Samani), la Val Bartolo (Camporosso), Fusine, Chiusaforte. Paesaggi che sono resi ancor più suggestivi dalla neve che ricopre boschi e montagne. Le riprese, infatti, sono state fatte tra novembre e dicembre 2023.
L’articolo completo sul settimanale La Vita Cattolica del 30 ottobre 2024