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No alla medicina fai da te. Medici e farmacisti chiedono fiducia

Siamo continuamente a caccia di una malattia, anche quando malati non siamo, col risultato di un’esasperazione nel ricorso ai farmaci, ma anche ad analisi cliniche e a richieste di accertamenti. Ad evidenziarlo è l’Ordine dei medici, che punta i riflettori sulla rottura del rapporto di fiducia medico-paziente, aggravata dal fenomeno definito “disease mongery”, ovvero la “commercializzazione della malattia”, di cui oggi gran parte della società è vittima. Se da un lato la prevenzione è importante, dall’altro la paura spesso prende il sopravvento, spingendo molte persone a ricorrere all’accanimento diagnostico o, peggio, all’assunzione di farmaci inappropriati. Fino a star male davvero. Il nostro settimanale ha dedicato un approfondimento di due pagine al tema (pubblicato sulla Vita Cattolica del 18 settembre 2024).

Gian Luigi Tiberio

«Al medico chiedete un consiglio, non il tal farmaco o la tal prescrizione» è l’appello di Gian Luigi Tiberio, medico di famiglia a Ruda e presidente dell’Ordine dei medici di Udine. «Viviamo in un mondo in cui c’è una pillola per tutto, ma la via più sbrigativa per soddisfare un bisogno – avverte –, non è sempre quella corretta. Fidatevi dei medici». Tiberio precisa che «tutti i medici sono tenuti a seguire costantemente corsi di aggiornamento e di formazione continua. Ma sembra che questo non basti e un diniego ad una terapia richiesta dal paziente sfocia a volte in un atteggiamento aggressivo».

A confermare il fatto che l’abuso e l’uso inopportuno dei medicinali sia una questione seria è anche Gabriele Beltrame, presidente dell’Ordine dei farmacisti di Udine. I farmaci più richiesti senza prescrizione? «Antibiotici, ansiolitici e calmanti – risponde –. Ultimamente si assiste anche alla richiesta di prodotti che vengono utilizzati per patologie gravi, come il diabete, usati fuori indicazione, cioè per dimagrire».

Ad offrire il suo parere sulle pagine di Vita Cattolica è anche la psichiatra Maria Angela Bertoni che sottolinea la fretta costante delle persone , per cui «tendiamo a voler silenziare i sintomi». Bertoni punta anche i riflettori sul fatto che i medici siano pochi e che per i pazienti sia sempre più difficile trovare ascolto.

Il servizio completo si può leggere sulla Vita Cattolica del 18 settembre 2024

 

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