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Nova Gorica e Gorizia insieme: con Go!2025 un anno per superare i confini

Sabato 8 febbraio si alzerà il sipario sulla prima volta di una Capitale europea della cultura “transfrontaliera”, condivisa cioè da due diverse città di due Paesi confinanti. Nova Gorica e Gorizia, per un anno intero, accenderanno dunque i riflettori sulla loro storia fatta di ferite inferte dai nazionalismi e dalle guerre. E da un confine innaturale calato dall’alto, che ha smembrato un territorio e le sue comunità.

Una grande festa per l’inaugurazione

«Da stazione a stazione» è il titolo della giornata inaugurale di «Go!2025» che – sabato 8 febbraio – vedrà un susseguirsi di eventi tra le due città. Alle 10 dalla stazione ferroviaria di Gorizia partirà un corteo transfrontaliero con 1.500 performer, bande musicali e gruppi folcloristici. Alle 10.45 ai giardini pubblici, seguirà un’esibizione congiunta delle bande della polizia italiana e slovena. Alle 11.25 piazza Vittoria, a Gorizia, ospiterà gli interventi dei sindaci Samo Turel e Rodolfo Ziberna, accompagnati dallo scampanio delle campane di tutte le chiese cittadine. Alle 13.15, da Piazza Vittoria, il corteo continuerà verso il valico di via San Gabriele, includendo la spettacolare performance «Walking Sculpture» dell’artista Michelangelo Pistoletto.

Nataša Pirc Musar e Sergio Mattarella

A Gorizia i presidenti delle Repubbliche di Italia e Slovenia

Alle 16 piazza Transalpina sarà il cuore della cerimonia ufficiale di inaugurazione, alla presenza delle massime autorità: il presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella, e la presidente della Slovenia, Nataša Pirc Musar. La cerimonia sarà proiettata in diretta anche in Piazza Vittoria e in Bevkov trg. Dalle 18, a Nova Gorica, in trg Kardelja, ci sarà l’intervento del primo ministro della Slovenia, Robert Golob, cui seguirà uno spettacolo artistico che anticiperà i principali progetti del programma ufficiale di «GO! 2025», seguito da concerti e dj set in piazza Vittoria e con il dj set di Daddy G (Massive Attack) e Andy Smith (Portishead) in piazza Transalpina.

A cavallo di un confine calato dall’alto

Sabato 8 febbraio si alzerà dunque il sipario sulla prima volta di una Capitale europea della cultura “transfrontaliera”, condivisa cioè da due diverse città di due Paesi confinanti. Nova Gorica e Gorizia, per un anno intero, accenderanno dunque i riflettori sulla loro storia fatta di ferite inferte dai nazionalismi e dalle guerre. E da un confine innaturale calato dall’alto, che ha smembrato un territorio e le sue comunità.

Soprattutto, però, i riflettori saranno puntati sulla capacità di quello stesso territorio e delle comunità che lo abitano di ritessere relazioni, ricucire le ferite e costruire una realtà diversa, fatta di dialogo e riconciliazione. Sulla ricchezza e sulla diversità culturale di cui è innervato.

L’Arcivescovo di Gorizia: «Da qui i valori per l’Europa»

È proprio a questo che il vescovo di Gorizia, mons. Carlo Roberto Maria Redaelli, da tempo invita a guardare. Già ad aprile 2024 – al convegno nazionale delle Caritas diocesane che lui stesso aveva fortemente voluto che si tenesse a Grado, proprio in vista di «Go!2025» – aveva sollecitato a fare di ogni confine «una zona di contatto». Che Nova Gorica e Gorizia siano insieme “capitale europea della cultura” – osserva mons. Redaelli – «è un fatto particolarmente significativo perché per la prima volta si avrà una capitale europea della cultura a cavallo di un confine». «Un confine particolare – prosegue –: tracciato un po’ a caso dopo la Seconda guerra mondiale, in un territorio gravemente ferito da due guerre mondiali, in una regione che da secoli vede la compresenza di più culture e di più lingue. Si tratta di qualcosa di straordinario che interpella la nostra comunità diocesana e non solo le comunità cristiane di Gorizia e Nova Gorica». E il richiamo è ai valori. «Tra i valori da proporre – scrive Redaelli nella sua ultima lettera pastorale – ci sono anzitutto quelli che stanno o dovrebbero stare alla base dell’Europa. In questo senso, già alcuni anni fa, ho proposto di capovolgere i termini e chiamare Nova Gorica e Gorizia “capitale della cultura europea”. I valori sono quelli della libertà, della pace, della riconciliazione, del dialogo, della dignità delle persone e così via. Insomma, i valori che soli possono dare una prospettiva di speranza all’Europa. Valori che sono costati sangue e sono maturati in Europa dopo grandi tragedie che il nostro territorio ha vissuto in prima persona».

Chiara anche l’indicazione di come vivere questo anno speciale: «Partecipare cordialmente e con frutto alle diverse iniziative. Crescere nella capacità di accoglienza verso chi è di un’altra cultura (compresi gli immigrati). Lavorare per tutto ciò che può favorire una cultura di pace e di riconciliazione. Cogliere questa occasione per incrementare i rapporti con la comunità cristiana di Nova Gorica e in generale con la Chiesa slovena. Essere disponibili all’ospitalità, in particolare dei giovani».

Il 2025 sarà disseminato di diverse iniziative diocesane che terranno insieme le motivazioni della Capitale europea della cultura con il Giubileo della Speranza. A settembre inoltre si riunirà a Gorizia il Consiglio episcopale permanente e ci sarà un incontro anche con i vescovi sloveni.

Anna Piuzzi

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