«Non possiamo stancarci di sostenere la pace. Continuiamo a pregare sempre». Parole che possono apparire scontate, se pronunciate da un uomo di Chiesa. Ma che scontate non sono, vista la larghissima partecipazione al Santo Rosario che mons. Riccardo Lamba – è sua, quella frase – ha presieduto nel tardo pomeriggio di lunedì 7 ottobre nella Basilica della Beata Vergine delle Grazie, a Udine. Un momento di preghiera straordinario a cui i friulani hanno risposto con una partecipazione altrettanto straordinaria: circa seicento i presenti, in un orario insolito, a gremire ogni singola seggiola della Basilica che conserva l’icona mariana tanto cara al popolo del Friuli. Senza contare coloro che hanno pregato a distanza grazie alla diretta su Radio Spazio. Tra i convenuti al Santuario cittadino anche il sindaco di Udine, Alberto Felice De Toni, assieme ad alcuni esponenti della giunta comunale cittadina.
La preghiera per la pace, due ricorrenze
La preghiera per la pace è stata promossa dallo stesso Arcivescovo nel giorno in cui Papa Francesco ha invitato la Chiesa tutta a raccogliersi in preghiera per invocare, appunto, il dono della pace. In una data doppiamente significativa: per la Chiesa è la memoria della Beata Vergine del Rosario, per la storia è il primo anniversario della strage perpetrata da Hamas in numerosi villaggi israeliani, inizio di quell’escalation di violenza in Medio Oriente che proprio negli ultimi giorni ha vissuto una drammatica recrudescenza. E allora ecco la preghiera, che in Friuli ha animato diverse comunità del territorio.
Lamba: «Nel conflitto soffrono tutti. Riconosciamo il dolore reciproco»
«È significativo trovarci qui, davanti all’icona della Beata Vergine delle Grazie, per implorare il dono della pace», ha affermato a margine l’arcivescovo Riccardo Lamba. «Quando c’è un conflitto con qualcuno, bisogna cercare la via del confronto e del dialogo. C’è infatti un elemento da cui non possiamo prescindere: la pace si fa sempre in due, mai da soli. Pregare per la pace significa chiedere al Signore che illumini i cuori di tutti, perché per raggiungere la pace tutti devono collaborare». Parole che motivano la grande mobilitazione spirituale che nel mondo si sta vivendo per invocare la pace. Friuli compreso.
«Inoltre – ha proseguito l’Arcivescovo -, il desiderio della pace passa senza dubbio dal riconoscimento e dalla comprensione del dolore degli altri. Dobbiamo constatare che tra i partecipanti ai conflitti (che sia tra gruppi o popoli, ma anche in famiglia o sul lavoro) non ce n’è uno che si diverte: soffrono tutti! Prendendo in considerazione il dolore di chi è nel conflitto, allora, è possibile fermarsi per ascoltare le ragioni dell’altro, facendo presenti le proprie».
Infine l’esortazione: «Preghiamo, quindi, affinché il Signore susciti questo desiderio di pace nel cuore dei governanti e delle persone coinvolte nei conflitti di questo tempo».
G.L.