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Cronaca

Operazione «Magnolie», 27 arresti

L’operazione era cominciata il 15 settembre dopo che, sulla base di altre attività di indagini e dai costanti controlli del territorio, era emersa una sempre più ampia diffusione del fenomeno di spaccio, inizialmente di marijuana e hashish, poi, dall’estate scorsa, anche di cocaina ed eroina. Si è poi intrecciata con le indagini avviate dopo la morte per overdose della sedicenne friulana deceduta nei bagni della stazione.

Sono saliti a 27 gli arresti ritardati eseguiti in queste ore dalla Polizia della Questura di Udine e dal Servizio Centrale Operativo, nell’ambito dell’operazione antidroga “Magnolie” finalizzata al contrasto dello spaccio di sostanze stupefacenti nel quartiere delle Magnolie, borgo stazione, e in altre aree sensibili della città di Udine, tra cui la salita al Colle del Castello. L’operazione, illustrata stamani in conferenza stampa in Questura, era cominciata il 15 settembre dopo che, sulla base di altre attività di indagini e dai costanti controlli del territorio, era emersa una sempre più ampia diffusione del fenomeno di spaccio, inizialmente di marijuana e hashish, poi, dall’estate scorsa, anche di cocaina ed eroina. La Polizia aveva iniziato a operare con il metodo degli arresti differiti che permette di osservare la cessione, fermare l’acquirente, sequestrare lo stupefacente e disporre l’arresto differito per lo spacciatore per consentire di proseguire le indagini. Intrecciatasi poi con le indagini tradizionali avviate dopo la morte per overdose di una sedicenne friulana deceduta a ottobre nei bagni della stazione, l’operazione è proseguita in questi mesi anche con l’attività di agenti sotto-copertura. Tre di loro, provenienti dallo Sco, hanno operato sul territorio per circa un mese da metà febbraio a metà marzo registrando 52 episodi di cessione di stupefacenti.

La maggior parte degli arrestati è costituita da cittadini afghani e pachistani, in Italia con permesso per protezione sussidiaria, oltre ad alcuni nordafricani. 

In questi mesi la Polizia, nell’ambito dell’indagine condotta dalla Squadra Mobile diretta dal Vice Questore aggiunto Massimiliano Ortolan, ha individuato anche i canali attraverso cui il pusher responsabile di aver ceduto la dose letale alla giovane friulana deceduta nel bagno della stazione di Udine e al suo fidanzatino si riforniva della droga. E’ così che nei mesi scorsi sono stati arrestati due cittadini nigeriani: uno di 32 anni residente a Udine, trovato in possesso di 23 grammi di cocaina e 30 di eroina e uno di 36, residente a Padova, fermato a Grosseto al termine di un viaggio in cui aveva trasportato circa 1 chilo e 150 grammi di droga, tra eroina e cocaina, nascosti in un centinaio di ovuli che aveva ingerito. Nella sua abitazione di Padova erano stati poi trovati altri 300 grammi di stupefacente.

A inizio gennaio è stata infine arrestata una coppia di nigeriani, un uomo e una donna, in arrivo da Vicenza con oltre 2 chili di marijuana, destinati a rifornire lo spaccio locale. L’operazione è sfociata ieri nel blitz in borgo stazione che ha portato all’esecuzione degli arresti differiti. In occasione dei controlli svolti ieri da un centinaio di uomini, anche con la presenza di due unità cinofile della Polizia di Ancona, sono stati trovati e sequestrati circa 7 grammi di hashish gettato in uno degli 8 locali della zona a cui il Questore di Udine Claudio Cracovia ha sospeso temporaneamente la licenza, 20 grammi di hashish tra le siepi che delimitano i marciapiedi e ancora un pezzo di stupefacente nascosto nell’incavo di una magnolia. 

L’operazione Magnolie, era diretta a “contrastare un fenomeno che, se non attentamente infrenato, rischiava e rischia di avere ricadute sociali molto pesanti, perché parliamo soprattutto di spaccio di stupefacenti in direzione di ragazzi giovani e studenti”. Così il Questore di Udine . “L’allarme dei cittadini era noto a tutti. Era giunto a livelli di intollerabilità, abbiamo dato una risposta molto coesa con grande unità di intenti – ha aggiunto – Ci siamo fatti carico di un problema che era di polizia giudiziaria e di ordine e sicurezza pubblica”.

Le zone di spaccio individuate nell’indagine “sono quelle che gli studenti quotidianamente percorrono nel tragitto scuola – stazione ferroviaria e delle corriere. E’ ovvio che se non ci fossero giovani che chiedono droga non ci sarebbe nessuno che la spaccia. Vogliamo che almeno non se la vedano offrire nel tragitto casa-scuola”, ha aggiunto anche il Procuratore capo di Udine Il Procuratore ha ribadito anche l’importanza di “installare telecamere ad alta definizione in tutti i punti nevralgici della città”.

 

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