In arrivo quasi 90 milioni di Roma. Ma l’ovovia è contestata
Ammonta a quasi 49 milioni di euro l’importo destinato dal Pnrr al Comune di Trieste per la realizzazione della “Cabinovia metropolitana Trieste-Porto Vecchio-Carso, la cosiddetta ovovia, che collegherà il Porto Vecchio con Opicina, sul Carso. Altri 40 milioni di euro sono invece destinati al Friuli per l’ammodernamento di 16 chilometri della ferrovia Udine-Cividale. I fondi in questo caso saranno utilizzati per l’elettrificazione della linea che in base a un accordo dell’anno scorso è stata ceduta a Rfi. Secondo quanto si apprende, l’ovovia sarà più simile alla funicolare di Montjuïc a Barcellona, che non a un impianto per sciatori.
“Adesso Trieste”: ovovia è danno irreversibile per città
“L’ovovia è un’opera inutile e dannosa, uno spreco inaudito di denaro pubblico. Se questa è la ripresa resiliente immaginata dal Pnrr c’è da essere molto preoccupati di come verrà spesa a Trieste e altrove la grande mole di finanziamenti in arrivo dall’Europa”. Lo afferma in una nota la lista Adesso Trieste (At), ritenendo “inaccettabile che le istanze delle organizzazioni della società civile siano state ancora una volta completamente ignorate, a livello nazionale oltre che a livello locale”. “Nonostante l’unanime parere contrario delle associazioni che si occupano di mobilità e ambiente – scrive At in una nota – l’ovovia è stata finanziata dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, in attuazione al Pnrr. Adesso Trieste si schiera a fianco delle associazioni, che, oltre a raccogliere 4.000 firme contro l’ovovia e in favore di un moderno tram treno, avevano anche inviato una lettera al MIT per chiedere di non finanziare l’inutile e dannosa opera”.
“La sua realizzazione – osserva il capogruppo di At, Riccardo Laterza – provocherà danni irreversibili alla città dal punto di vista economico, urbanistico e ambientale, senza peraltro risolvere alcuno dei problemi di mobilità della città. Valuteremo, di concerto con le associazioni coinvolte, quali azioni si possano ancora intraprendere per impedire la realizzazione dell’opera e i danni conseguenti”.