«La messa in sicurezza della strada di passo Monte Croce Carnico è l’operazione prioritaria individuata per la riapertura del collegamento tra Friuli-Venezia Giulia e Austria dopo la frana di inizio dicembre. I tempi stimati di realizzazione sono di oltre un anno, per un pacchetto di interventi dal valore di più di 30 milioni di euro che, oltre alla rimozione dei detriti, interessano la predisposizione di barriere di sicurezza, la sistemazione delle gallerie danneggiate e l’installazione di sensori di monitoraggio. Ci impegniamo, assieme all’Amministrazione della Carinzia, nell’individuare opzioni alternative da abbinare alla viabilità attuale, in modo da garantire maggiore solidità anche in prospettiva alla circolazione transfrontaliera in quest’area». Lo ha comunicato martedì 9 gennaio a Tolmezzo il presidente del Friuli-Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, a seguito dell’incontro avuto con la delegazione della Carinzia, guidata dal vicegovernatore Martin Gruber, sulla frana che ha interrotto la viabilità tra Italia e Austria sulla strada di passo Monte Croce Carnico (Ss52).
Lo studio di un percorso alternativo
Il massimo esponente della Giunta regionale ha evidenziato che lo studio di un percorso alternativo per la Carinzia è importante al fine di evitare il rischio di nuovi blocchi alla circolazione nell’eventualità di nuovi eventi avversi futuri, anche alla luce degli ultimi rilevamenti secondo cui fronte roccioso che insiste sulla statale presenta ulteriori aree franose. «Le ipotesi sul tavolo, ovvero la realizzazione di un traforo in alta o in bassa quota, presentano costi e tempi di realizzazione particolarmente elevati – ha affermato Fedriga i. Per questo sono in corso gli studi per provare a individuare sia nuove soluzioni a lungo raggio sia misure tampone per velocizzare il più possibile la riapertura del collegamento».
La valutazione dei danni
Presente all’incontro anche l’assessore regionale alle Infrastrutture e Territorio Cristina Amirante, che ha posto l’accento sull’importanza delle rilevazioni svolte nelle ultime settimane per stabilire l’entità dei danni causati dalla frana e porre le basi per i successivi studi di fattibilità.