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Mons. Lamba ha ricevuto il pallio. Il Nunzio apostolico: «Pregate per il vostro Arcivescovo Riccardo. Il Papa vi benedice»

«Vi porto il saluto e la benedizione del Santo Padre Francesco, che ho l’onore di rappresentare in Italia. Ho la gioia di imporre il pallio al vostro Arcivescovo, in questa meravigliosa terra che è il Friuli-Venezia Giulia». Sono parole del nunzio apostolico in Italia, mons. Petar Rajič, nell’omelia pronunciata sabato 19 ottobre in Cattedrale a Udine nel corso della solenne celebrazione con cui, a nome di Papa Francesco, ha imposto all’arcivescovo di Udine Riccardo Lamba il paramento del pallio.

Ben cinque i Vescovi presenti in Cattedrale: oltre a mons. Riccardo Lamba e al nunzio apostolico mons. Petar Rajič, ecco l’arcivescovo di Gorizia mons. Carlo Redaelli, il vescovo friulano – e già nunzio apostolico a sua volta – mons. Diego Causero e il presule ghanese mons. Gabriel Charles Palmer-Buckle, padre sinodale a Roma e amico personale di mons. Lamba. Presente anche il Vescovo Athenagoras di Terme, del Patriarcato ecumenico di Costantinopoli. Presenti in Cattedrale diversi sacerdoti e alcune centinaia di fedeli, con in testa numerose autorità civili – tra cui il sindaco di Udine De Toni e il nuovo questore Farinacci – e militari.

Il Nunzio apostolico impone il pallio sulle spalle di mons. Riccardo Lamba

L’imposizione del pallio

La celebrazione si era aperta con il canto delle acclamazioni aquileiesi, cui ha fatto immediatamente seguito il rito di imposizione del pallio. Mons. Riccardo Lamba, inginocchiato dinanzi al rappresentante pontificio, ha pronunciato la professione di fede, concludendo con la solenne professione di fedeltà al Papa: «Io, Riccardo Lamba, Arcivescovo metropolita di Udine, sarò sempre fedele e obbediente al beato Pietro apostolo, alla Santa e Apostolica Chiesa di Roma, al Sommo Pontefice e ai suoi legittimi successori. Così mi aiuti Dio onnipontente».

Mons. Riccardo Lamba con indosso il pallio bianco

Il Nunzio: «Guardiamo ad Aquileia»

«Ogni vescovo – ha ricordato Rajič – esercita il suo ministero in comunione con il Vescovo di Roma, il Papa. Il segno del pallio attesta questa comunione. Guardiamo ad Aquileia: per secoli è stato un faro per della diffusione del Vangelo, riferimento per il cristianesimo. Con Aquileia negli occhi, oggi tocca a noi, uomini e donne del XXI secolo, assumere questa missione affinché l’uomo moderno possa credere in Gesù Cristo e nell’amore di Dio».

Il nunzio apostolico Petar Rajič durante l’omelia

Rajič: «Pregate per il vostro Arcivescovo Riccardo»

Nelle sue parole il Nunzio apostolico ha voluto ricordare ai presenti in Cattedrale di «Pregare affinché il vostro Arcivescovo metropolita, Riccardo Lamba, sia sempre umile servitore della vostra Diocesi, come lo fu Gesù Buon Pastore. Ricordo – ha proseguito Rajič – alcune parole dell’omelia del Santo Padre durante la Messa dello scorso 29 giugno, solennità dei Santi Pietro e Paolo, durante la quale ha benedetto i palli: “In comunione con Pietro e sull’esempio di Cristo, porta delle pecore, gli Arcivescovi metropoliti sono chiamati a essere pastori zelanti che aprono le porte del Vangelo e con il loro ministero contribuiscono a costruire una società e una Chiesa con le porte aperte”». Da qui l’appello del Nunzio: «Preghiamo tutti perché mons. Riccardo sia pastore umile e zelante. Invoco su di lui la benedizione di Dio, per intercessione di Maria Santissima e dei Santi Patroni Ermacora e Fortunato, affinché tutti siano un cuor solo e un’anima sola».

Lamba: «Chiedo aiuto a Dio per continuare a “cercare”»

«Ringrazio tutti i Vescovi presenti e tutti voi qui convenuti. In questo segno vedo l’importanza della missione che mi è stata affidata», ha affermato mons. Riccardo Lamba al termine della celebrazione. «Mi colpisce molto il segno del pallio e la sua lana: mi richiama davvero il buon pastore che va in cerca della pecorella smarrita, una logica assolutamente anti-economica. Chiedo davvero l’aiuto di Dio onnipotente, per continuare sempre a cercare. A cercare lui innanzitutto, ma qualunque persona per far sperimentare la bellezza dell’amore misericordioso di Dio.»

Giovanni Lesa

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