Anche in Croazia, domenica 12 gennaio, i cittadini e le cittadine hanno fatto ritorno alle urne per il secondo turno delle elezioni presidenziali. A vincere nettamente – con il 74,68% dei voti – è stato il presidente uscente Zoran Milanović, un socialista dagli accenti populisti. Durissima dunque la sconfitta inflitta all’Unione democratica croata (Hdz), partito di destra attualmente al governo e, storicamente, il più radicato e popolare nel Paese: Dragan Primorac, ex ministro dell’Educazione, ha raccolto appena il 25% dei consensi. Bassa l’affluenza alle urne, ha votato solo il 44,18% dei 3,7 milioni di aventi diritto.
Vale: «Vittoria annunciata»
«La vittoria di Milanović non ha sorpreso gli analisti – ha osservato Giovanni Vale, giornalista gemonese che da anni vive e lavora a Zagabria sulle pagine della Vita Cattolica del 15 gennaio 2025 –. Il capo di Stato è da mesi il politico più popolare in Croazia e aveva rischiato di vincere le presidenziali già al primo turno, con oltre il 49% dei voti. Ma per il partito del premier Plenković si tratta comunque di una sconfitta cocente». «Per il “Trump dei Balcani”, com’è stato soprannominato Milanović dalla stampa internazionale, si apre dunque un secondo mandato – osserva ancora Vale, intervistato da Anna Piuzzi –. La sua retorica incendiaria, che negli ultimi cinque anni non ha risparmiato nessuno, continuerà ad alimentare il dibattito politico. Il capo di Stato ha criticato la Nato e l’Ue, si è opposto più volte all’invio di armi all’Ucraina, ad aprile si è addirittura candidato alle elezioni politiche senza dimettersi dalla sua carica di presidente. Insomma, anche se ha un ruolo di garante privo di poteri esecutivi, Milanović si è imposto come un politico che non passa inosservato. Ciò non significa però uno spostamento della Croazia sulla mappa geopolitica dell’Europa. Zagabria rimane proeuropea e atlantista, ma il suo governo dovrà fare i conti, per altri cinque anni, con le incessanti spallate di un capo di Stato sopra le righe».
Inflazione galoppante
Intanto la Croazia è alle prese con il più alto tasso d’inflazione dell’eurozona (al 4,5% secondo i dati Eurostat di dicembre), tanto si registra un sensibile aumento di croati che scelgono l’Italia per fare la spesa. E poi corruzione endemica e carenza di manodopera.