È fin troppo evidente come Gesù abbia il corpo martoriato dalle piaghe dopo aver subito in particolare la terribile flagellazione prima di essere condannato alla morte di Croce. Possiamo comprendere cosa possa aver significato, per Gesù, il momento in cui i soldati gli tolgono le vesti – evento contemplato nella decima stazione della Via Crucis – procurandogli nuovamente sofferenza: quei tessuti ormai erano un tutt’uno con le ferite che egli portava in sé.
Di fronte a questo terribile momento si aggiunge la grande umiliazione che i presenti bramavano di infliggergli spogliandolo e lasciandolo nudo. In fondo, per loro, Lui, che si professava Figlio di Dio, non era che un uomo come tutti.
Questa spoliazione della sua “sacralità” si continua a perpetrare continuamente ogniqualvolta, con i nostri comportamenti incoerenti, spogliamo dai nostri occhi la missione della Chiesa, dei sacerdoti, dei laici impegnati, del Papa.
Ogni volta che “spogliamo” un fratello o sorella della sua dignità e della sua missione, noi di fatto partecipiamo ancora una volta a questa umiliazione subita da Gesù. Se guardiamo in particolare ai presbiteri e ai Vescovi, essi non hanno bisogno dei nostri giudizi, delle nostre critiche, dei nostri oltraggi, ma piuttosto del nostro Amore.
Bruno Temil